“Ho venduto a diecimila euro le mie vecchie catene da neve, quindi parteciperò alla sottoscrizione”
Le tre imprese di Magaloot
In tempi di commissioni Mitrokin, Scaramelle e
Polonio, «il manifesto» non poteva sfuggire alla sottile tentazione
dell’intrigo. Perciò vi presentiamo il primo esempio di racconto con
ricatto al lettore mai tentato in Italia.
Pubblichiamo oggi la prima
puntata dell’antica saga di Magaloot l’audace cavaliere. La seconda
puntata sarà pubblicata solo quando saranno pervenuti trecento nuovi
abbonamenti. Lo sappiamo, è un colpo basso, ma c’è di peggio in giro.
Abbonatevi, se volete sapere come finirà la storia di Magaloot e
soprattutto, come finirà «il manifesto».
Nel regno della Luna Malinconica, nei territori di Knobas, oltre la palude
di Korkashmull dove ogni notte il viscido Pitone Guardone esce a
insidiare le coppiette, c’è la catena dei Monti Hudranabara, e
attraverso il passo delle Neve Nera si arriva alla valle della Sfinge,
dove sta il castello del crudele re Uruk.
Ma questo non c’entra un cazzo con la nostra storia.
In realtà la nostra storia si svolge nel regno di Pigrum, nella città
delle Fontane Riluttanti, nascosta nel Grande Smog di Huh, sul fiume
dei Pesci Unti, dove in un castello a forma di fungo porcino regnava re
Oo, detto Oo l’assente.
Oo era figlio di Oook il tonto e di Ooa la
fatua, nonché discendente della stirpe di Oooooonoos, che regnava da
anni sul regno di Pigrum.
Oo aveva un figlio che si chiamava Magaloot. Era il cavaliere più ardito, valoroso e democratico del paese, ma aveva un cruccio.
Non aveva ancora fatto niente di ardito e valoroso.
Il fatto è che nel regno di Pigrum non c’erano né briganti malvagi né
draghi da affrontare né tantomeno principesse da salvare. Era un reame
tranquillo, e l’evento più scellerato mai accaduto a memoria d’uomo,
era stata la Gran Zuffa dei Gatti Randagi del 1563.
Quindi Magaluuuh, che aveva come prerogativa il cambiare il nome a seconda dell’umore era triste.
Il re Oo lo convocò e gli chiese:
— Cosa ci fai tu qui?
Non lo chiamavano Oo l’assente per niente.
— Tu mi hai fatto chiamare, Padre — disse Magaloot, un po’ arrabbiato.
— Ah sì, ora ricordo — disse Oo — mi hanno detto che sei triste,
figliooo. Perché figliooo? Cosa ti manca? Proprio il mese scorso ti
regalai ventisei nani perché tu potessi abbatterli a alabardate per
quel gioco che chiami Play Prevention. Vuoi altri nani? Vuoi condannare
a morte qualcuno? Vuoi soldi per giocare a zecchinetta?
— O padre
— sospirò Magaloot — io sono un giovane ardito temerario e democratico.
Ti sembra che possa essere contento di passare il mio tempo a storpiar
nanetti e a giocare a zecchinetta?
— Noo — disse Oo.
— Perciò ti
chiedo il permesso di andarmene dal regno per un anno, in avventuroso
peregrinare, a compiere qualche impresa eroica in cui possa difendere i
deboli per tornare onusto di gloria e sanguinante di preda, con una
bella principessa al fianco.
— Booh. Se è questo che vuoi — disse Oo
— ma bada, voglio una vera impresa. Qualcosa di cui si parli in tutto
il regno di Pigrum, ma anche oltre il fiume dei Pesci Unti e le
montagne di Katakatyahananna e il regno dei Dodici Caselli
Automatizzati e le piane di Haaar e il deserto di neve di Gstgstaaaaad,
e…
— Va bene — disse Magaloot — chiederò consigliò al saggio stregone Fanfal.
— Vai con Dooog e soprattutto, non cadere nella deriva populista — disse Oo, e riprese a dormire.
Magaloot,
ordunque, si recò nella grotta del stregone Fanfal, che si trovava
sotto la Cascata di Forfora nel fiume dei Pesci Unti.
Fanfal sedeva
in meditazione al centro della grotta, e un getto della bianca cascata
gli trapanava direttamente il cranio. La grotta era bucata. Ma lo
stregone era superiore a certe cose, e soprattutto aveva in testa una
padella.
— O Fanfal, grande sciamano, tu che parli con Oong e Moong i transdemoni eonici, ascoltami.
— Non sento, ho il rumore di questa maledetta cascata in testa — rispose Fanfal.
Allora
Magaloot si caricò in spalla Fanfal e lo portò all’asciutto. Puzzava di
acqua putrida e pesci morti, ma era pur sempre il grande sciamano.
— Grazie cavaliere — disse Fanfal — in cosa posso esserti utile?
—
Vorrei compiere un’impresa temeraria e democratica a difesa dei
deboli,senza cadere nella deriva populista, ma facendo in modo che
tutti ne parlino, per poi raccogliere i fatti in un libro,
possibilmente un bestus sellerus.
— Uhm — disse Fanfal— non è
facile. Tutto ormai è stato detto scritto, ribadito e serializzato. Ma
forse posso darti qualche idea. Potresti iscriverti a una università di
maghi.
— E chi interesserebbe una storia così?
— Hai ragione. Dunque se ben rifletto, in questi strani tempi, se vuoi compiere un’impresa di cui si parli, servono tre cose.
Uno scenario giallo noir o thrilling, possibilmente noioso.
Un serial killer con un difetto fisico.
Il graal.
— Stregone, veramente io non capisco — disse Magaloot.
—
Mi spiego meglio: anzitutto ci deve essere un assassinio, e la vittima,
prima di morire deve scrivere con sangue, bava, feci o altro liquame
adatto, una frase criptica, da decifrare. Poi deve arrivare un
investigatore, possibilmente umano comprensivo e dialettale. Deve
esserci una donna misteriosa. Un cattivo con l’aspetto malaticcio e
maniacale. Il serial killer deve ammazzare almeno sei persone, meglio
se donne, e ogni tanto deve telefonare all’investigatore con la voce
alterata. Non sarebbe male se, durante la storia, si scoprisse qualche
crimine partigiano ai danni di qualche incolpevole fascista. Poi ci
deve essere almeno un paio di templari, un cabalista, e naturalmente il
Graal.
— E difendere i deboli?
— Quella non è più incombenza per cavalieri, tutt’al più per qualche gruppo di volontariato.
— Sciamano Fanfal — disse Magaloot deluso — hai bevuto ancora una pozione allo stramonio?
— Ti dico che le cose vanno così. Perché non mi credi?
—
Uffa, grande stregone. Sono venuto da te per avere da te magici
consigli e mi hai raccontato un sacco di corbellerie. Me ne vado.
E si accinse a farlo. Ma Fanfal lo fermò con voce decisa.
— Aspetta mio bel principino… ora che ci penso, posso consultare l’oracolo di Gooooogle.
— Ma che cazzo di nome. Ci vuole molto?
— Non tanto… basta connettersi…
— Come hai detto?
—
Voglio dire, basta entrare in trance… ma ultimamente, ogni volta che
mi conne… cioè che consulto l’oracolo mi viene un gran mal di testa e
devo comprare tisane analgesiche e costosissime con cui curarmi…
— Va bene, ho capito, avido Fanfal — disse Magaloot — quanto vuoi?
— Cinquanta squarau…
— Cinquanta squarau? Ma è la mia paghetta settimanale… che razza di tisane usi?
—
Alchemiche, fatte con erbe rare e tritate nel plenilunio con pestello
d’oro… facciamo quaranta squarau con lo sconto per Grandi Imprese.
Magalooot
trasse dalla gabbietta che portava sotto il mantello quaranta squarau
che si misero a correre velocemente sul pavimento. Lo sciamano ne
assaggiò subito uno.
— Cosa c’è, non ti fidi? — chiese offeso Magaloot.
—
No, non mi fido. L’ultimo templare che è venuto qui mi ha fregato.
Invece di dodici squarau mi ha pagato con dodici squarofluf. Due notti
di colica e incubi…
— Sono un cavaliere stolidamente onesto e leale — disse Magaloot — su,dammi il tuo responso…
— Spengo la candela. Devo fare buio — disse lo sciamano…
— Sì, ma tieni le mani a posto. So che sei sessualmente ondivago.
— Calunnie. Senti questo rumore? Vedi questa luce azzurrata? Ecco, mi sto
collegando. Ora il grande Gooooo mi dirà cosa fare. Digito la magica
formula: Grandi imprese. A me a me, forze delle Fibre celesti. Ecco il
responso. Dunque ci sono attualmente dodici Grandi imprese ancora da
compiere nel Territorio Occidentale e sette in quello Orientale.
— Le più vicine?
— Sono tre. Le vuoi compiere tu tutte e tre?
— Sì, una sola non basta. Tre e, tutti parleranno di me.
— Allora devi combattere con le guerriere nere del bosco di Myrmecoin.
Esse ti daranno l’anello fatato per entrare nel castello di Cristallo
di Firmathus, lo sciamano delle dive. Dovrai affrontarlo e farti dare
la parola magica per aprire la grotta delle Nuvole e lì uccidere il
drago Alibus Sarkany… Naturalmente, in alternativa, potresti trovare
il graal.
— Non ci penso nemmeno. Benedicimi, grande Fanfal.
— Vai con Doog. E ricordati. Un guerriero della luce non teme il tramonto.
— Cosa vuol dire questa stronzata?
— Non lo so, ma devo chiudere la scena con una frase significativa della mia saggezza…
— Puoi fare di meglio.
— Aspetta… dunque, attento a non cadere nella deriva populista.
— Va bene ho capito, saggio Fanfal. Vado e ti mando una cartolina.
Fatto ciò salì sul suo cavallo e sapete cosa fece?
Se volete sapere cosa fece Magaloot, e come prosegue la storia, mandate altri 300 abbonamenti. A presto.