laRepubblica 4 aprile 2020 Ogni solitudine contiene Tutte le solitudini passate Il signor Eremio viveva…
“Noi l’avevamo detto”
Quando il campionato è a metà un bravo giornalista prepara
subito due pezzi: uno da pubblicare se le cose andranno
bene, un altro se le cose andranno male. Siamo lieti di
pubblicare il pezzo sul Bologna promosso in serie A. Ma
per amore di obiettività pubblichiamo anche il pezzo che
avevamo preparato in caso di mancata promozione. Come
noterete, le differenze tra i due articoli sono minime, a
garanzia del nostro equilibrio
SE IL BOLOGNA TORNA IN PARADISOSE IL BOLOGNA RESTA ALL’INFERNOGazzoni e Ulivieri, che coppia
È accaduto ciò che avevamo ampiamente previsto e che ogni
persona appena competente attendeva. I rossoblù hanno mirabilmente
raggiunto la promozione. Siamo i primi ad averci creduto, ed elenchiamo i
perché d’un trionfo di cui non abbiamo mai dubitato.
Quei due, che vera sciagura
È accaduto ciò che avevamo ampiamente previsto , e che ogni
persona normalmente competente s’aspettava. I rossoblù hanno
ignobilmente fallito la promozione. Siamo i primi ad averlo pronosticato:
elenchiamo i perché d’una catastrofe di cui era difficile dubitare.
L’ALLENATORE
ULIVIERI non è allenatore da serie B ma da A. Merita di
incrociare i ferri col Milan e col Borussia.
Sotto la sua asprezza burbera si nasconde un uomo con le idee chiare.
Finalmente un tecnico che ha delle idee politiche precise e non le
nasconde, che non si vergogna a mostrarsi superstizioso, con il simpatico
rito scaramantico del cappotto blu.
Un uomo che nelle sue battute pungenti prosegue la tradizione
tutta toscana del Boccaccio e del Benigni. Il suo Bologna pareva non
avere un gioco ma ce l’aveva, e come! Renzo ha giostrato l’ampia rosa a
sua disposizione con la perizia d’uno scacchista e la freddezza d’uno
stratega. Modesto nelle vittorie, mai drammatico nelle sconfitte, ha
saputo contentarsi dei pareggi che, come tutti sanno, nei campionati a 3
punti alla fine fanno la differenza. Il verdetto del campo ha premiato la
sua competenza e la sua modestia. Noi, che lo abbiamo sempre serenamente
sostenuto quando i soliti sapientoni lo attaccavano, ora possiamo
dire: Renzaccio, il merito è tuo.
ULIVIERI non è un allenatore da serie B, ma da C. Merita di
incrociare i ferri col Lumezzane e con lo Sporting Tirana. Sotto i suoi
grugniti indistinti si nasconde un vuoto assoluto di idee. Siamo
stufi di allenatori che sbandierano le loro idee politiche come fossero i
soli ad averle, e che a cinquant’anni fanno ancora le sceneggiate con
cappotto blu portafortuna, con guittaggine toscana degna del peggior
Zeffirelli.
Il Bologna doveva avere un gioco, ma non l’ha mai avuto!
Ulivieri ha ruotato i giocatori a sua disposizione con la lucidità
di un ubriaco, in una sarabanda senza capo né coda. Quando ha
vinto, ha depresso i giocatori con critiche assurde, quando ha perso ha
fatto finta di niente. E soprattutto si è accontentato dei
pareggi che nei campionati a 3 punti non servono a nulla. Il verdetto del
campionato ha punito la sua incompetenza e la sua burbanza. Noi, che lo
abbiamo sempre serenamente attaccato quando i soliti sapientoni lo
osannavano, ora possiamo dire: Ulivieri, sono cazzi tuoi.
IL PRESIDENTE
CHI sosteneva che Gazzoni era un presidente improvvisato che si
intendeva più di caramelle che di calcio, si è
dovuto ricredere. Dall’industria al calcio il salto è lungo, ma
Gazzoni con un con un fulmineo balzo si è proiettato nell’Olimpo
dei presidenti italiani. Non è difficile prevedere per lui un
posto vicino agli Agnelli, ai Tanzi, ai Berlusconi.
Ha speso generosamente, acquistando ciò che di meglio
c’era sul mercato. Ha messo a disposizione di Renzo una compagine esperta,
tecnica, duttile.
E Renzaccio ha fatto il resto. A Gazzoni il nostro grazie: con un
presidente così, resteremo in A, col sogno di salire più
in alto.
CHI sosteneva che Gazzoni era un presidente improvvisato che si
intendeva più di caramelle che di calcio, si è
dovuto ricredere. In realtà non capisce nulla di
tutti e due. Dall’industria al calcio il passo è
lungo, ma Gazzoni con un precipitoso scivolone è
piombato nella palude dei presidenti fallimentari. Non è difficile
prevedere per lui un posto vicino ai Fabbretti, agli Anconetani, ai
Berlusconi.
Ha speso poco e a casaccio, acquistando le frattaglie del
mercato. Ha messo a disposizione del già confuso
Ulivieri un’accozzaglia vecchia, leziosa, imbalsamata. E Ulivieri ha
fatto il resto. A Gazzoni il nostro grazie: con un presidente così
resteremo in B a lungo, con l’incubo di precipitare anche più
in basso.
LA SQUADRA
È STATA la vittoria del collettivo, e si sa che nel calcio
moderno i risultati vengono dal collettivo, non dalle primedonne. Chi
lamentava la mancanza di un bomber ha dovuto ricredersi. Da ogni parte
del campo un’ordinata armata di saettanti rossoblù ha
pericolosamente minacciato la rete avversaria.
Il fatto di non avere una punta risolutrice ha responsabilizzato i
giocatori: abbiamo visto tutti andare al tiro, tentare l’affondo, cercare
il gol in geometrici e generosi assalti.
In quanto allo spogliatoio, una sola parola: una famiglia. Se malintesi
ci sono stati, subito si sono risolti con un franco e leale confronto.
Abbiamo frequentato più volte lo spogliatoio del Bologna e vi
assicuriamo che il clima che si respirava era quello di un bar di amici.
Abbiamo visto De Marchi allacciare le scarpe a Torrisi, e Bresciani
regalare la sue Cyclette a Olivares che aveva problemi di peso. Abbiamo
visto Paramatti versare lacrime sulla spalla di Tarozzi e Doni ridere alle
battute scherzose di Ulivieri. Con uno spogliatoio così, si va
solo in paradiso.
È STATA la disfatta del cosiddetto collettivo, in quanto si
sa che nel calcio moderno sono i giocatori a fare i risultati, e non
certo il collettivo. Chi lamentava la mancanza di un bomber ha avuto
ragione. Da ogni parte del campo una pattuglia scomposta di zombi
rossoblù ha goffamente e inutilmente girovagato intorno alla porta.
La mancanza d’una punta ha tolto lucidità: abbiamo visto tiri
improvvisati e iniziative ridicole, in una confusione velleitaria e
impotente.
In quanto allo spogliatoio, una sola parola: un casino. Piccoli
malintesi sono stati ingigantiti da mezza parole e silenzi astiosi.
Siamo capitati più volte nello spogliatoio del Bologna e vi
possiamo assicurare che l’aria che si respirava era quella di una festa a
casa Previti.
Abbiamo visto De Marchi allacciare insieme le scarpe di Torrisi
per farlo cadere all’ingresso in campo. Abbiamo visto Bresciani regalare
una friggitrice a Olivares che aveva problemi di peso. Abbiamo
visto Paramatti pisciare nella borsa di Tarozzi e Ulivieri chiedere a
Doni che cazzo aveva da ridere. Con uno spogliatoio così, si va
alla neurodeliri.
I GIOCATORI
ANTONIOLI tra i pali è stata una vera sicurezza. Alcune sue
prodezze sono da incorniciare.
E che dire della difesa?
Ha preso meno gol di tutti (e sapete che difese ci sono in serie B).
Ma soprettutto non li ha presi nelle occasioni importanti.
Tarozzi, Paramatti, Pergolizzi, sono forze della natura:
con un po’ di maturazione tecnica, saranno pronti per la A. I veterani
De Marchi e Torrisi possono giocare ancora dieci anni.
Scapolo è stato l’uomo in più e i suoi sinistri su
punizione mi hanno veramente colpito.
Bosi, Savi e Valtolina hanno sopperito alla volontà ai limiti
del fisico, e a volte in campo sembrava di vedere tre giganti.
Olivares era un po’ sopra peso, ma quando ha trovato il suo
ruolo, ha giocato alla grande. Bresciani è stato
prezioso ogni volta che è entrato.
Doni e Nervo hanno portato il peso della loro classe. Bergamo
non si discute: è lui che ha dettato le geometrie e sarebbe ora che
Sacchi se ne accorgesse.
Morello è il “gioiello”: il prossimo anno forse lo
vedremo con la maglia rossonera, il Milan lo vuole.
Per finire Cornacchini: qualcuno ha storto il naso, quando
è arrivato. Ma il compatto e solido attaccante ha dimostrato che i
soldi spesi per lui erano spesi bene.
Non ha segnato i gol di Cecconi, ma Cecconi fa i gol in serie C,
e ricordatevi che segnare in C è una cosa, in serie B un’altra cosa
e in serie A un’altra cosa ancora.
ANTONIOLI tra i pali è stato un vero incubo. Alcune sue papere
resteranno leggendarie.
E che dire della difesa?
Ha preso meno gol di tutti (e sai che difese ci sono in serie B). Ma li
ha presi tutti nelle occasioni importanti.
Tarozzi, Paramatti, Pergolizzi, sono una mandria di bufali: ancora un po’
di culturismo e potranno fare i buttafuori in discoteca. I veterani De
Marchi e Torrisi possono giocare ancora 10 anni, se passano al
ping-pong.
Scapolo è stato l’uomo-fantasma. Un suo sinistro su punizione mi
ha veramente colpito, nel senso che è arrivato fino in tribuna
stampa.
Bosi, Savi e Valtolina hanno arrancato col loro fisichino, a volte in
campo sembrava di vedere un film dei Puffi.
Olivares era un vero barilotto ma ha trovato la sua collocazione quando
gli han fatto fare la barriera da solo. Bresciani è stato prezioso
ogni volta che è uscito.
Doni e Nervo hanno portato il peso della loro classe (mezz’etto in due).
Bergamo non si discute: è lui che ha dettato le geometrie e
sarebbe ora che il preside delle Aldini Valeriani se ne accorgesse.
Morello (il cosiddetto “gioiello”) il prossimo anno lo
vedremo in rossonero. La Nocerina lo vuole.
Per finire Cornacchini: qualcuno ha gridato al miracolo,
quando è stato acquistato. Ma il piccoletto sempre-in-terra
ha dimostrato che quei soldi potevano essere risparmiati.
Si diceva: Cornacchini in C ha sempre fatto gol ma segnare in C è
una cosa, segnare in B un’altra cosa e segnare in A un’altra cosa ancora
(per non parlare della Coppa dei Campioni e dei Mondiali).
IL PUBBLICO
Merita di più.
Merita di più?
LA STAMPA
SAREBBE facile adesso dire: qualcuno ha sbagliato. Ma poiché
noi abbiamo avuto ragione, stendiamo un velo pietoso: i lettori sapranno
giudicare.
SAREBBE facile adesso dire: qualcuno ha sbagliato. Ma poiché
noi abbiamo avuto ragione, stendiamo un velo pietoso: il giudizio lo
lasciamo ai lettori.
IL FUTURO
BISOGNA darsi subito da fare. Gazzoni deve restare: la città
ha bisogno della sua competenza.
In quanto ad Ulivieri, se andrà davvero a Cagliari sarà una
sciagura per il calcio emiliano.
La difesa va rinforzata: Paramatti, De Marchi e Tarozzi sono
inamovibili, ci vorrebbe un forte tedesco (Henchoz dell’Amburgo?) e un
terzino esperto.
Benarrivo del Parma ha già fatto capire che, se gli trovano
una sistrmazione adeguata, sarebbe contento di venire a Bologna.
A centrocampo la “verve” operaia va integrata con un
po’ di classe.
Facciamo tre nomi: Zanetti dell’Inter, Morfeo, il talento dell’Atalanta,
e un vero campione estero, quel Zidane che è il costruttore del
Bordeaux e piace tanto anche al tecnico della Juventus Marcello Lippi.
All’attacco c’è il problema del bomber: Hubner costa troppo,
Inzaghi è discontinuo, Fonseca è un po’ logoro.
E poi due sogni, forse non proibiti: perché non fare tornare al
Bologna un vecchio combattente come Mancini?
E se proprio vogliamo sognare, in argentina c’è un certo
Maradona…
BISOGNA agire subito. Gazzoni se ne deve andare, la città ha
già abbastanza comici.
In quanto ad Ulivieri, se andrà davvero al Cagliari sarà una
sciagura per il calcio sardo.
La difesa va rifatta: Paramatti, De Marchi e Tarozzi non si muovono
più, ci vorrebbe un forte tedesco (Kruger dell’Auronzo?) e un
terzino esperto.
Cannarella del Molfetta ha già detto che, se gli trovano un
posto in pizzeria, viene subito.
A centrocampo, servono tre giocatori più alti di un metro e
mezzo.
Zanetti del Rastignano, Morfeo, il marito dell’Amelia, e un vero campione
estero, quel Muhamad che fa il muratore all’Edilcoop, e che piace tanto a
mia sorella.
All’attacco c’è il problema dello sfondatore: Cecconi costa
troppo, Canè e sopra peso, i trattori Menarini consumano troppa
nafta.
E poi alcune idee, forse non peregrine.
Perché non fare tornare in rossoblù un vecchio combattente
come Hugo Rubio, il cileno voluto da Maifredi che qui nessuno è
riuscito a dimenticare?
E se proprio vogliamo sognare, in argentina c’è un certo
Maradona…