Era una bella giornata di primavera. Il nevischio mummificava le rondini e raffiche ai duecento…
Festival Unità 1952-1990
Festival Unità 1952
Al provinciale di Bologna Canta Carlo Buti.
Sfilata con complessi ginnici schierati per nove, gli altri per sei.
Ordine rigorosissimo: al n. 1 venti motociclisti, al n. 2 la banda Puccini,
segue la parola d’ordine «l’Italia vuole verità»,
al 18 quadri di Gramsci e Togliatti, al 23 Mao Tze Tung, 27 parola d’ordine
«no alla bomba atomica», 39 ritratti di Lenin e Stalin,
47 coro delle mondine di Pegola, 51 Nenni e Curiel, 70 «selva di bandiere».
Stellina della festa è eletta Marsa, operaia di uno scatolificio.
Segue sfilata di mode coi modelli “Malibran”, “Prime piogge”
e “Mare d’erba” della sartoria Myricae di Roma.
Al nazionale di Torino i lavoratori delle Reggiane sfilano innalzando
il trattore R60, simbolo del lavoro. Ci sono ben tre ristoranti e il piatto del giorno
è il magatello. Lotteria: primo premio una valigia.
Il compagno Barbieri vince una pianta grassa al tiro a segno.
Gara podistica, burattini, coro russo “Voronietz”.
Raggiunti i 45 milioni di sottoscrizione. Togliatti nel discorso finale
invita a difendere la Costituzione. La stampa ignora l’avvenimento.
Festival Unità 1961
Il compagno Armaroli porta il saluto del partito socialista contro il
“dispotismo patronale”. Cantano Nilla Pizzi, Luciano Tajoli
e Orio Cocconi, presenta Daniele Piombi. Dibattito su Algeria e colonialismo.
Accolti con entusiasmo una delegazione di sette braccianti pugliesi
e il forno dei vetrai della Val d’Elsa.
Al nazionale cantano Celentano e Marco Barreto.
L’altoparlante comunica a tutti i compagni di sospendere le ordinazioni
di magatello. Lotteria: si vince una Fiat 500. Il compagno Barbieri
non trova più il tiro a segno perché bisogna deporre le armi.
Vince ugualmente un ficus al gioco della cavia.
Raggiunti i 700 milioni di sottoscrizione. Spettacolo del balletto cecoslovacco
“Blecavan” in cui qualcuno crede di riconoscere il coro di Voronietz riciclato.
Discorso di Togliatti contro le basi Nato e l’atomica. I giornali mugugnano.
Festival Unità 1973
Sfilata “a sorpresa” della cooperativa sarti di Milano.
Alla libreria si presentano i libri di Manuel Scorsa e Pietro Secchia.
Ogni giorno si sorteggia un viaggio di dieci giorni in Polonia.
Il ristorante polacco “il Cervo” è il più frequentato
anche se non ha il magatello. Recital di Pollini, Abbado, Claudio Villa
e Sergio Endrigo. Ospiti d’onore Santiago Carrillo e il profeta dell’ecologia
Barry Commoner. Il compagno Barbieri trova il gioco della cavia abolito
in quanto antiecologico, ma vince a tombola due ficus di dimensioni amazzoniche.
Nasce “la tv del festival”. Lotteria: primo premio una Fiat 126,
secondo premio uno scaldabagno. Dibattiti su Cile e terrorismo.
Il Caffè teatro: Caterina Bueno, il coretto di Orgosolo, le Mondine
di Novellara e il coro rumeno della federazione di Brasov,
nel quale vengono individuati numerosi componenti del coro Voronietz travestiti.
Berlinguer parla a 700 mila persone, il telegiornale di Branzi
ne parla 17 secondi.
Festival Unità 1980
Il festival apre pochi giorni dopo i 28 arresti per la strage di Bologna
e la promessa di fulminea vertà. I ristoranti sono 23 più
sei sale dibattiti. Vince il record degli incassi “la Fattoria”
con 300 milioni. Il magatello finisce in una settimana. La sottoscrizione
raggiunge i 12 miliardi. Concerto degli africani Zila e del coro russo
di Voronietz triplicato da figli e nipoti. Dibattito: Lama e Ingrao
discutono del Mezzogiorno. Spettacoli di Dalla e Benigni.
Il compagno Barbieri non trova più la tombola, definita da Abruzzese
“paleospettacolare” e gioca alla pesca elettronica dove rivince
uno stramaledetto ficus di 12 metri. Berlinguer chiude parlando a un milione
di persone per “l’Unità”, 400 mila per il
“Corriere”, 100 mila per l'”Avvenire”.
Festival Unità 1990
Cinquanta ristoranti sfamano 250 mila persone, pari a due terzi
degli abitanti di Bologna e a un terzo dei titolari di una rubrica
sull'”Espresso”. Concerti: Aerosmith, Whitesnake e David Bowie.
Sbranate 99 tonnellate di cocomeri. All’annuncio dell’altoparlante
«sono sospese le ordinazioni di magatello»,
un vecchio iscritto si alza urlando: «Ma si può sapere
una volta per tutte che cazzo è ‘sto magatello?».
Si aprono gli archivi e si scopre che è girello di bue.
Il compagno Tamburrano porta il saluto degli stilisti socialisti.
Costruite 150 toilettes. Dibattiti: semifinali, Fassino contro Magri,
Petruccioli contro Pannella. Occhetto si aggira per gli stands
travestito da fischietto. Finalmente un comunista ottiene
grande attenzione e ore di interviste su tutti i canali tv:
si chiama Warren Beatty. Il coro Voronietz conquista Las Vegas.
Il compagno Barbieri porta il figlio al tiro a segno,
tornato nazionalpopolare. Il figlio vince un piccolo ficus
sparando con perizia. Il filo rosso della violenza è riallacciato.
Gelli e Andreotti possono filare tranquilli altri dieci anni.