“Ho venduto a diecimila euro le mie vecchie catene da neve, quindi parteciperò alla sottoscrizione”
Aspetta e spera
Che l’Italia non sia più berlusconiana lo scriviamo da due anni, spesso rimproverati dalla sinistra istituzionale. Ora, con l’eccezione di Giovanardi e di alcuni pastori della Sila, lo sanno tutti. L’ecumenico sorriso di Monna Lisa Prodi è giustificato, ma non deve diventare fisso, come il ghigno da piazzista del cavaliere. Perché la strada è in salita e i sondaggi mutevoli. L’Italia non è berlusconiana, ma il potere sì. E dato che questo potere non è più temperato dalle regole della democrazia, non sarà semplice scalzarlo. In ogni paese flebilmente civile chi perde quattro elezioni di fila, l’ultima con otto punti di scarto si dimette, o quanto meno presenta le dimissioni. Ma questo è un paese dove il neuropremier vittimista è stato inquisito, stralciato, prescritto, i suoi più stretti collaboratori sono stati condannati per corruzione e appoggio alla mafia, e si è fatto finta di nulla. Perciò il nanetto di minoranza vuole dimenticare in fretta la macchinazione comunista di questo voto, e si dice pronto a cambiare la Costituzione e le leggi elettorali. Lo spalleggiano Fini e Follini, giganti che in due hanno il coraggio e l’indipendenza di pensiero di mezzo doroteo anni Sessanta.
E soprattutto, il cavaliere gode dell’appoggio politico e culturale di un gruppo di picciotti padani col cinque per cento dei voti e del clan dei riformisti siciliani col cento per cento dei pizzi. Aspettiamo fiduciosi il 2006, dice una sinistra generosamente premiata dai suoi elettori. Fiduciosi in cosa? Perché il premier tricointermittente, ora che sta davvero per perdere il potere, dovrebbe cominciare a rispettare regole che ha sempre disprezzato? E soprattutto, la sinistra istituzionale ha il coraggio e la voglia di rispettare la volontà degli elettori? Che hanno detto basta a Berlusconi non dal 2006 ma da subito. Ci dicono che esiste la correttezza istituzionale (termine nobile che suona strano nel contesto di questi anni ignobili). Questa correttezza impone di mantenere il premier fallito al suo posto fino a nuove elezioni. Ma le sue menzogne, l’accaparramento di privilegi e capitali, e il suo abuso di potere maggioritario dovrebbero smettere da subito. Passeremo perciò un normale anno di confronto democratico, o un altro anno di calci in faccia alla democrazia e vittimismo da una parte e dall’altra? La sinistra, da ora in avanti, ha una responsabilità che il voto ha accresciuto. Gli scenari fino al 2006 possono essere questi.
Soluzione Ciampi
Nonno Azeglio, in un impeto di coraggio, fa il suo dovere. Depone Berlusconi per manifesta incapacità di gestire questo momento politico, abuso di potere, catastrofe economica, scempio dell’informazione, tintura prolungata. Effettua, diciamo così, un’operazione preventiva di salvataggio della democrazia. Manda Silvio in pensione prima che Silvio ci mandi lui. Augurabile ma assai improbabile, come uno scudetto al Livorno.
Soluzione rivolta alleati
Follini, Fini, Storace, persino Vito e Schifani, si ribellano. Chiedono un rimpasto. La Lega minaccia le dimissioni di tutti i suoi ministri e lo sciopero della fame di Borghezio. Volano insulti, accuse, cachinni e grida di libertà. Alla fine si trova una soluzione nuova e riformista per tutti. Castelli e Lunardi si scambiano il Ministero, e si fanno centosedici nuovi sottosegretari. Come segno di ritrovata autonomia, sarà permesso d’ora in avanti agli onorevoli di portare scarpe coi tacchi anche in presenza del leader.
Soluzione Bush
Bush non è certo venuto in Italia per il Papa. Lo ha sempre trattato come un vecchio importuno e inutile, e ha sempre sostenuto che Dio non abita tra le guardie svizzere ma tra i marines. Se fosse sincero, cederebbe il suo posto al funerale a un pellegrino, tra i milioni che non riusciranno neanche a avvicinarsi a San Pietro. Non siamo fan di miracoli, lacrimazioni, ulcere e poltergeist. Ma mentre George è in ginocchio a fingere contrizione, non ci dispiacerebbe che il bastone papale si librasse in aria e gli calasse sulla groppa. Qual è allora il vero motivo della venuta di Bush? Dato che gli Usa non trascurano mai nessuna opzione, perché non prevenire una nuova sconfitta elettorale con relativo insediamento di regime comunista? Non occorre neanche inviare le truppe, gli aerei e i sottomarini sono già qui. Basta qualche miccia della Cia e far uscire Bin Laden dalle grotte del Vesuvio, ove notoriamente vive insieme alla maga Amalia. Tutti sanno che Prodi possiede armi di sterminio, quasi cento chili di ciccioli in cantina, e la Pidue ha già i piani preparati da anni. Non c’è niente da ridere.
Soluzione vacanza.
Il premier prende l’aereo e nottetempo trasloca nelle isole esotiche dove tiene gran parte dei suoi capitali, fa rasare i capelli all’intera popolazione, incarcera tutti quelli sopra il metro e settanta e diventa imperatore col titolo di Granpeloùd, Gigante dalla lunga chioma.
Soluzione secessione.
Nasce il regno lombardo-siculo, indipendente dall’Italia. Presidente Berlusconi, imperatore Bossi. Una modernissima devolution divide il territorio in numerosi sottoregni feudali affidati a Cuffaro, Caldaroli, Formigoni, Castelli, La Loggia, Dell’Utri, Buttiglione, Dolce e Gabbana. Per l’ultimo litigano l’Opus Dei, gli Hobbit e gli elfi. Lunardi costruisce un ponte che collega Arcore a Siracusa, e dall’alto i padanosiculi dominano e bombardano di pietroni la misera Italia comunista.
Soluzione nuova legge elettorale
Vengono introdotte nuove modifiche, alcune già da me descritte due anni fa, ma ancora valide: ad esempio. Lodo firme: per presentare una nuova lista la procedura sarà snellita e occorreranno meno firme. Per l’esattezza due: Silvio e Pierslivio. Lodo Bossi: per evitare brogli, ritardi e sperperi, il governo verrà scelto votando solo a Treviso. Questa è vera deregulation. Inoltre ci sarà un fotografo in ogni cabina, perché il voto è un bel ricordo da conservare, e gli scrutatori verranno sostituiti da mucche. Lodo Pera: le schede saranno di due tipi. Quella per votare la Casa delle Libertà sarà normale. Quella per votare l’Ulivo sarà di centosei pagine, bisognerà compilare tutti i moduli, risolvere un puzzle di centosei pezzi e un gioco di parole crociate. Le sinistre sospettose e disfattiste obietteranno che questa scheda è troppo grossa per entrare nell’urna. E’ un problema secondario. Lodo Previti: la Casa delle Libertà si riserva di cancellare i risultati sfavorevoli in quanto potrebbero far parte di un atteggiamento preconcetto nei confronti del suo leader. L’Emilia fa testo.
Soluzione inciucio
Accordo preventivo. Se la sinistra vince le elezioni, consegna tutte le regioni al Polo, con relativa autonomia politica e amministrativa. Se invece vince la destra, Vespa viene sostituito da Curzi o da un questionario scritto. Ipotesi ancora più audace: le elezioni vengono rinviate di cinque anni, e intanto prende vita un governo Casini con l’appoggio esterno dell’Unione. Berlusconi prende il posto di Ciampi. Unico ostacolo, il papato a Rutelli. Ma la Chiesa esaminerà la possibilità.