“Ho venduto a diecimila euro le mie vecchie catene da neve, quindi parteciperò alla sottoscrizione”
Cipolle dell’Arkansas
SCENA: il bagno della Casa bianca. Bill Clinton è immerso nella vasca, tra
due guardie del corpo con maschera da sub. Gioca con due ochette-portaerei.
Squilla il telefono
Sono Clinton-bis, chi parla?
Sono Bob Dole. E’ arrivata una petizione di cittadini americani che
chiedono la grazia per O’Dell.
O’Dell chi?
Il condannato a morte in Virginia. Sono ventimila firme.
E chi se ne frega? Se ventimila hanno firmato vuol dire che duecento
milioni sono rimasti a casa. Questa me l’ha insegnata Berlusconi a Napoli.
E poi cosa dicono gli ultimi sondaggi?
Il settanta per cento degli americani resta favorevole alla pena di
morte, anche se comporta degli errori.
E allora accontentiamoli. Ma non mi dicano che sono un forcaiolo! Noi
clintoniani stiamo ai reganiani come l’Ulivo sta al Polo. Non chiedermi
perché, te lo spiego un’altra volta. Ciao!
Seconda telefonata
Hello, sono Clinton Clinton, chi parla?
Siamo gli avvocati di O’Dell.
E’ una vecchia storia, comunque io non ho firmato niente, è stata
Hillary.
Non parliamo delle sue vecchie grane giudiziarie ma del condannato a
morte. Chiediamo un rinvio, ci sono troppi dubbi, la prova del Dna è
negativa.
Cos’è questo Dna, un ente che dipende dalla Cia?
No, signor presidente, il Dna sta al sangue come l’impronta digitale sta
al corpo.
Non amo queste equazioni retoriche, comunque sono cazzi del governatore
della Virginia. E’ un repubblicano, che se la sbrighi lui. Perché noi
democratici stiamo ai repubblicani come Veltroni sta a Previti!
In che senso, scusi?
Ve lo spiegherò quando sarò rieletto, bye bye.
Terza telefonata
Sono “Clinton due, la vendetta” chi parla?
Sono Allen.
Caro Woody, come va?
No, sono Allen il governatore della Virginia. Quaggiù parte dell’opinione
pubblica dice che corriamo il rischio di ammazzare un innocente, io perderò
voti, ma anche tu…
Scusa, ma questo O’Dell cosa rappresenta?
E’ un meccanico irlandese cherokee.
E cosa dicono i sondaggi?
Che le minoranze irlandesi cherokee e metalmeccaniche non raggiungono
l’otto per cento dell’elettorato.
E allora di cosa di preoccupi?
Ma cosa dico alla stampa?
Di’ una balla. Di’ che sono scoppiati i serbatoi di un Boeing. Di’ che
secondo i sondaggi il cinquanta per cento dei cherokee è alcolizzato.
Ma…
Ma un corno. E ricordati che la Virginia sta all’Arkansas come la Padania
sta all’Italia. Te la spiego quando ci rieleggono tutti e due. Ciao.
Quarta telefonata
Sono Biclinton, chi parla?
Sono Allen.
Ancora tu!
Sono Woody Allen, a nome degli artisti democratici americani. Se lei
grazierà O’Dell faranno un grande film politically correct con Anthony
Hopkins nella parte di O’Dell, Susan Sarandon nei panni dell’avvocatessa, e
Paul Newman nella parte del governatore. Antonio Banderas e Melanie
Griffith impersoneranno lei e Hillary.
E se dico di no?
Può scegliere tra una regia dei Vanzina dove lei sarà impersonato da
Christian de Sica e una di Zeffirelli dove lei sarà impersonato da Giorgio
Armani.
Non mi spaventate. Ricordatevi che io sto a Washington come Clint
Eastwood sta a Tom Mix. Glielo spiego quando mi rieleggono. Bye.
Quinta telefonata
Sono Clinton il replicante, chi è?
Sono Walter Veltroni. Ti prego Bill qua in Italia i soliti moralisti
protestano e io, in quanto clintoniano di ferro, farò una brutta figura.
Please, concedi la grazia a O’Dell.
E in cambio?
In cambio ti facciamo entrare in Europa.
Ma ti senti bene?
Hai ragione scusami, sono un po’ stanco. Ieri ho avuto la prima della
Scala, un riunione politica con i Pooh e Amedeo Minghi e un incontro per
studiare la possibilità di dare una quarta rete a Mediaset.
Cosa dicono i sondaggi italiani su di noi?
Il sessantasei per cento dicono che l’America anche se ammazza un
innocente, resta un paese democratico.
Vedi? Dimentichiamo in fretta, come piazza Fontana ciao, e ricordati che
io sto a Kennedy come tu stai a D’Alema. Te lo spiego un’altra volta,
quando non sei suonato. Ciao.
Sesta telefonata
Sono il ritorno di Clinton, chi parla?
Sono il papa. Le chiedo la grazia per O’Dell, a nome di tutta la
cristianità.
Lo farei, ma lei è andato a cena con Fidel Castro. E sa cosa dicono i
sondaggi? Che il settantatre per cento degli americani è ancora favorevole
all’embargo contro Cuba.
Che c’entra?
C’entra, c’entra, Sua Santità. E si ricordi che lei sta a me come il
Giubileo sta alle Olimpiadi di Atlanta. Glielo spiego quanto mi faranno
papa. Amen.
Settima telefonata
Sono Clinton sempre in piedi, chi è?
Sono Raffaella Carrà.
Cara Raffaella che piacere. Non mi dire che anche tu…
Si caro Bill! Ho una grande idea. Ci colleghiamo con la stanza della
morte, dove io intervisto in diretta O’Dell. Gli dico “sai, c’è uno che
conosci bene, un amico che vuole venirti a trovare per l’ultima volta.
Musica, balletto, spot, e poi entri tu con la domanda di grazia firmata,
applauso scrosciante, O’Dell ti abbraccia e insieme gridate “Carramba che
sopresa!” Parenti di O’Dell che piangono, il boia che abbraccia Hillary,
parterre di Vip, ovazioni…
Mica male. Cosa dicono i sondaggi?
Che potresti avere il novanta per cento dello share e l’ottantasei per
cento del gradimento in mondovisione, e poi ti voterebbero tutti gli
immigrati italiani.
Mica male. E gli spot?
Facciamo a metà.
Ci sto! (balza fuori dalla vasca da bagno) presto, qualcuno mi trovi un
modulo di grazia, ce ne deve essere uno nella mia sacca da golf, poi voglio
qua il parrucchiere, il truccatore e tutta la Cnn. E chiamate Hillary e
poi… Ah si, quattro cipolle dell’Arkansas per piangere. (ride
fragorosamente) è proprio vero, io sto ai miei predecessori come la Cnn sta
al dagherrotipo. Questa è la volta buona che mi eleggono re!