laRepubblica 4 aprile 2020 Ogni solitudine contiene Tutte le solitudini passate Il signor Eremio viveva…
Dialogo in un seggio elettorale
Scena: un seggio elettorale. Un votante avanza a piccoli passi. L’entrata, per
la par condicio, è protetta da un carabiniere, un poliziotto, un
finanziere e una suora armata di mitra. Appena entrato, il votante nota un
signore vestito di nero, con occhiali e guanti neri, seduto a una scrivania.
Sulla scrivania c’è scritto: Dubbi sul voto? Chiedi al consigliere
elettorale.
Votante – Scusi ma… è una cosa nuova?
Uomo nero – È un servizio in funzione da quest’anno per aiutare
l’elettore a espletare il suo dovere. Tutto gratis. Ha qualche domanda?
Votante – (sedendosi con un sospiro). Tantissime… vede io ho come
l’impressione che i candidati a queste elezioni non siano gli stessi che sto
seguendo da qualche anno… è come se avessero subito… una strana
trasformazione, ecco.
Uomo nero – Si spieghi meglio.
Votante – Quel Bossi, ad esempio. Io l’ho sentito dire che bisognava bruciare il
Sud. Che l’esercito padano era pronto a riportare l’ordine a Roma e rimettere
finalmente i vetri al Colosseo, che avrebbero scovato i fascisti di An casa per
casa, che Berlusconi era un mafioso e Casini un cascame della vecchia Democrazia
cristiana. E adesso è lì, sorridente, col cravattino color
ranocchia, che spiega che non ci sono più problemi, che Berlusconi
è boreale a honorem, che è stato tutto un equivoco, lui aveva
detto autonomia e separatismo, ma dal centralismo moscovita. È lui o
è un sosia?
Uomo nero – Si rassicuri, è lo stesso. È proprio così: ora
è un fedele alleato di Berlusconi. Dall’autonomismo è passato al
separatismo poi al mini-federalismo e adesso si accontenta del sabato
libero.
Votante – Capisco. Ma mi dica, quel Casini è lo stesso giovane portaborse
democristiano poi diventato maturo portaborse di Silvio, una vita nel ramo
trasporti? Quello che aveva detto mi venga un accidente se mi vedrete mai con
Pannella o Bossi, e poi ha nicchiato un po’ su Pannella, ma se Bossi si pettina
con la riga in mezzo va bene.
Uomo nero – È lui.
Votante – Ma allora anche Fini, è quel Fini che conoscevo? Che rinnegava
il passato della destra ma adesso Rauti è dei nostri, coi froci abortisti
mai, ma se Pannella si taglia i capelli chiudiamo un occhio, l’Italia è
una e indivisibile ma se Bossi si accontenta della Val Gardena gliela diamo,
rispettiamo i giudici ma giù le mani dal mio capo, i carabinieri sono
sacri basta che non telefonino a D’Alema e An è per il maggioritario ma
se Berlusconi è per il proporzionale allora anche noi.
Uomo nero – Proprio lui. Ne ha fatte di giravolte, vero?
Votante – Sì: e quel D’Alema, mi scusi. Non è lo stesso che ha
fatto carte false per far entrare Berlusconi nella Bicamerale perché il
cavaliere era una risorsa del paese, e adesso ha scoperto che invece è un
pataccaro arrogante? Lo stesso che denuncia Berlusconi come un esibizionista del
lusso e ha come ideologo Chef Guevara Vissani, uno che mette il tartufo anche
nell’aspirina e ha inventato il comunismo dal volto paffuto?
Uomo nero – È lui quel desso.
Votante – Lo stesso D’Alema che diceva che chi sta a sinistra dei Diesse
è infantile e perdente e mai avrebbe voluto i suoi voti, quello che
giurava mai con quel paranoico di Cossiga, e con quell’ondivago di Mastella, e
se li è sorbiti tutti. Lo stesso che diceva no alla politica spettacolo
in televisione e poi chiede il faccia a faccia con Silvio, no alla politica-show
e via con concertoni, vippate e festival vari. È lui che aveva detto che
sulla guerra umanitaria e sulla missione Arcobaleno si sarebbe dovuto dibattere
dopo a mente fredda e invece adesso, guai a chi ne parla?
Uomo nero – È lo stesso.
Votante – E mi dica, Pannella e la Bonino sono gli stessi che dicevano che
Berlusconi era l’unico baluardo libertario per cambiare il paese e adesso dicono
che il cavaliere è un bugiardo insolvente, e oltretutto è pieno di
televisioni e non gliene dà neanche un pezzo?
Uomo nero – Sono loro.
Votante – (sbuffando) Mi scusi, ma i dubbi stanno aumentando.
Uomo nero – Se vuole posso chiarirle le idee. Abbiamo altri partiti di limpida
struttura e monolitico progetto. Che ne dice di un centro-sinistra con riporto a
destra Mastella-Castagnetti con possibile appoggio esterno di Boselli,
neutralità dei vescovi e rivalutazione dell’ opera pittorica di
Fanfani?
Votante – Non saprei…
Uomo nero – Allora un’alleanza-litiganza pur nella diversità comune
Burberry-Breznev-Bertinotti-Cossutta con Diliberto al buffet e appoggio
catalitico dei Verdi con apertura ai Diesse per un tunnel sottomarino che
snellisca il traffico sulla Bologna-Firenze?
Votante – Basta per pietà!
Uomo nero – Vuole le ultime sedici trasformazioni di Pokemon Cossiga, dal Valium
a Dracula, vuole un Asinello con centrocampo Parisi-Prodi-Di Pietro-Del Piero e
programma cultural-latticino-europeista?
Votante – Basta, basta. Mi dica almeno uno che non dice bugie ed è
rimasto se stesso.
Uomo nero – Che ne dice di Berlusconi, l’unico uomo che ha quattro spot nella
sequenza del genoma? Aveva detto mai con il traditore servo delle sinistre Bossi
e gli ha perdonato anche le querele, aveva detto basta con la prima repubblica e
ha osannato Craxi, Andreotti e la Pidue, ha cercato di tirar dentro Pannella e
poi l’ha coperto di insulti, va in Israele e racconta barzellette razziste, si
diverte con l’Aids, fa finta di adottare le bimbe extracomunitarie e poi dice
che in casi di forza maggiore bisogna sparare sui clandestini, dice che le
elezioni sono illegali ma spende miliardi per vincere, spara sondaggi
addomesticati, e dice che teme i brogli, si lamenta che è imbavagliato e
ha noleggiato anche i cartelloni degli orari ferroviari, dice che i giudici sono
tutti comunisti a meno che non lo assolvano, si dichiara il più grande
imprenditore del mondo ma ha speso tre miliardi di noleggio per una bufala di
nave che ci piove dentro, vuole una nuova moralità e ha Previti e
Dell’Utri al fianco, ha detto che odia i regimi, ma che se andrà al
potere non farà feriti.
Votante – (col voto tra le mani). Basta, basta, cosa devo fare.
Uomo nero – Non si perda d’animo. Per prima cosa le dico che, se lei si sente
arrabbiato, dubbioso o responsabile soltanto una volta all’anno quando deve
votare, allora c’è qualcosa di sbagliato anche in lei, oltre che nei
partiti. Non confonda la povertà di una scelta elettorale con la
povertà di fare politica. Faccia così: pensi che il suo voto
è solo una piccola parte dei suoi diritti civili e del suo impegno
sociale. Potrà votare più tranquillo solo se, dopo questo fiorire
di spot e inviti e appelli, avrà voglia di schierarsi e ribellarsi ogni
giorno, per il resto dell’anno. Certo, sommando maggioranza e opposizione,
questa è una delle peggiori classi politiche del dopoguerra. Ma intorno
ci sono cose migliori e infinite, quotidiane possibilità di scelta. Tenga
viva la piccola speranza che un giorno non sarà più la politica a
rovinare la società, ma la società a migliorare la politica. Se va
alle urne con questo spirito, il voto non le sembrerà così
tristemente importante, ma quello che è: un piccolo episodio nella lunga
e faticosa lotta per la sopravvivenza civile.
Votante – Belle e nobili parole, messere. Insomma, devo votare oggi, ma anche
ogni giorno a venire. Sì, farò così. Grazie del suo
disinteressato aiuto.
Uomo nero – Disinteressato un corno. Ho io il voto giusto per lei. Io in
realtà sono un candidato del Pny, partito new economy. Qual è
l’unica ideologia a cui quasi tutti i partiti si ispirano? Il radioso partito
del primato dell’ economia globale. Ci voti e avrà in dono un telefonino
a scheda di sei centimetri, un apparecchio da sei quintali per controllare che
la Omnitel non la truffi, e il libro di Bill Gates «come creare un grande
impero e poi dividerlo in otto». Parteciperà all’estrazione di cento
auto e di una clonazione gratuita. E soprattutto, potrà votare via
Internet.
Votante – Ma io sono già qui…
Uomo nero – Vada a casa, accenda il computer, attivi il provider, si linki col
browser e clicchi sul nostro leader: Ciccio Scannapecora. Sia moderno.
Votante – E se no?
Uomo nero – (minaccioso). Se no le scateno contro il Nasdaq.
(Da sotto il tavolo si ode un ruggito spaventoso. L’uomo nero ride
sgangheratamente. Le urne prendono fuoco. I carabinieri e il poliziotto si
accapigliano, il finanziere e la suora copulano. Un’intera banda di Forza Italia
piomba nel seggio, scortata da due jet a bassa quota. Il votante viene
circondato e costretto a mangiare depliant, si dibatte, grida e… si
sveglia).
Votante – Che incubo: meno male che è un sogno. Ma cos’è quello?
Moglie, aiuto! (con orrore, scopre che il soffitto della camera da letto
è interamente tappezzato da una gigantografia di Berlusconi)
Moglie del votante – Ah niente, dice l’amministratore del condominio che l’han
messo a tutti i piani, hanno pagato… ah, a proposito non spaventarti quando
vai in bagno, non sei diventato uno zombie, è il manifesto di Badaloni
sullo specchio.