PROLOGO Se volete sapere con precisione dove inizia la nostra storia, cercate sulla carta geografica…
Il disoccupato
Personaggi: l’impiegato dell’ufficio di collocamento, l’uomo con
la barba.
Impiegato – Il suo nome, prego?
Uomo – Nicola
– Nicola e basta?
– Ehm… metta Nicola Di Natale…
– Ha un codice fiscale, una partita Iva?
– No, niente…
– Che lavoro faceva prima?
– Ehm… trasporto… trasportavo merce…
– Quindi sa guidare un camion.
– No
– E con cosa la trasportava?
– Ehm.. mezzi miei.
– Senta: lei sa quanto è difficile oggi trovare un lavoro. Se lei mi si presenta qui dicendo mezze parole e mugugnando, si scordi che possa aiutarla… sia più preciso: per che ditta lavorava?
– Articoli su richiesta del cliente.
– Una specie di Postal Market?
– Si. Il cliente scriveva una lettera e noi recapitavamo la merce, se possibile.
– In che senso “se possibile”?
– Se il cliente era buono…
– Buono nel senso di solvibile? Se poteva pagare, cioè.
– Uhmmm…
– E dai! Mugugni pure! Guadagnava a percentuale? A forfait?
– Avevo un rimborso spese per me e per i miei aiutanti.
– Aiutanti. Quanti?
– Dodici.
– Nomi?
– Erna, Lorna, Mabel, Karen, Gina, Elsa, Brigitte, Blinka, Sonia, Viska, Molly, Selma…
– Ahi ahi, andiamo bene. Magari non ha mai pagato i contributi…
– I cosa?
– Senta, la sua situazione è perlomeno torbida… e con queste dodici “aiutanti” cosa faceva? Sa che il lenocinio è proibito?
– No no… le mie aiutanti… ecco, mi aiutavano a trasportare la merce.
– Credo di capire…neve?
– Neve, si, tanta… ne ho visto tanta, di neve.
– Guardi: non so se lei mi sta prendendo in giro, ma adesso chiamo la polizia.
– No la prego no… i mie bambini…
– Ha dei bambini?
– Si ho dei bambini che mi aspettano.
– Quanti?
– Circa quattromila.
– Lei mi spaventa.
– No. Io amo i bambini. E loro amano me.
– E come li frequenta tutti questi bambini?
– Entro nelle loro case, di notte…
– Ha la chiave?
– Per la verità, no.
– Bene. Se ho capito bene allora lei è ruffiano, spaccia eroina, è pedofilo, ladro e cerca lavoro…
– Non capisco…
– Giù la maschera, signore… e si tolga quella barbona che è palesemente finta. Ho già suonato l’allarme e entro tre minuti la polizia sarà qui.
– Oh Dio! Che scandalo!
– Non faccia gesti inconsulti. Mi dica chi è lei veramente!
– Io mi chiamo Papà Natale.
– È un rapper? È un posse?
– No, sono quello che distribuisce i regali, i giocattoli. Come posso spiegare? Lei ha un figlio? Ebbene suo figlio crede che lei sia me… o viceversa…
– Lei è pazzo!
– Suo figlio mi ha scritto e una di queste notti, io entrerò in casa sua.
– In casa mia? Io le sparo!
– Ma è possibile che lei non sia mai stato bambino. Io ho amato anche lei…
– Lei è pericoloso (impugna una pistola).
– No, non lo faccia. (Entrano dodici renne). Lo faccia per loro…
– Adesso sì che ho capito.
– Meno male.
– È Candid Camera, vero? (Sorride guardandosi intorno)
(L’uomo con la barba bianca se ne va, sconsolato).