“Ho venduto a diecimila euro le mie vecchie catene da neve, quindi parteciperò alla sottoscrizione”
Il Gran Falco parla
Cari alleati, chi vi scrive è il generale Wess Falco,
portavoce dell’ala dura della Cia e dell’Fbi. Per farvi capire
quanto siamo duri, per noi Kissinger è come Mastella. Beh, siamo
disgustati dall’atteggiamento moderato con cui parte di noi
americani e di voi sudditi vorrebbe affrontare il day after. Si
parla di mostruosità come operazioni sotto il controllo dell’Onu
e addirittura Arafat al nostro fianco. Si continua a ripetere che
non bisogna confondere l’Islam col terrorismo, questa è un’idea
paralizzante e pacifista. Se un paese inflitra le sue cellule
criminose sul suolo americano, va bombardato, abbiamo fatto
eccezione solo una volta per la mafia italiana. Ma quello che ci
ferisce, è la valanga di sordide critiche al nostro operato.
Anche sulla stampa Usa qualche traditore della bandiera e
dell’hamburger ha scritto: se la Cia non è stata capace di
fermare un attacco terroristico di questa portata, come faremo a
fidarci quando indicherà i colpevoli?
Dov’erano i new stupida della new intelligence mondiale mentre
Bin Laden addestrava migliaia di uomini e faceva shopping di armi
chimiche e atomiche sulle bancarelle russe?
Ebbene possiamo spiegare tutto. Da anni seguivamo i terroristi,
li conoscevamo uno per uno, li avevamo filmati e fotografati,
sapevamo che stavano imparando a pilotare aerei, sapevamo dove
avevano i campi-scuola, conoscevamo i loro legami con la grande
finanza, chattavamo sui loro siti internet. Insomma li tenevamo
in pugno. Quando sono saliti tutti insieme su quei quattro aerei
abbiamo pensato: vedi, li abbiamo così spaventati che scappano.
Okay, è stato un piccolo errore di valutazione, ma ci volete
mettere in croce per questo? In quanto a a Bin Laden, non è vero
che tutti lo trovano e lo intervistano tranne noi. Mr. Bin gira
con un mitra in mano e un fax nell’altra, è astuto, inafferabile
e imprevedibile. Ieri ad esempio l’ho chiamato al telefonino e
gli ho chiesto dov’era. Lui ha risposto vagamente «in montagna»
poi ha trovato la scusa che lassù il telefonino non prendeva
bene, anzi che stava entrando in una galleria, e ha subito
riattaccato. Capito quanto è furbo? In merito poi alla notizia
che mr. Bin sia copertissimo da banche e gruppi finanziari, e che
abbia addittura speculato sul massacro, la notizia non ci ha
affatto colto impreparati. Io ad esempio avevo già investito
tutto in azioni Lockeed.
Chiuso il capitolo degli attentati, pensiamo al nostro infinito e
giusto domani. Ci vorrà una risposta lunga e articolata, che non
colpisca a caso, ma sia diretta contro gli effettivi
responsabili.
Ecco la lista dei possibili obbiettivi.
L’Afghanistan, non solo perché è il covo dei talebani e di mr.
Bin Laden, ma perché noi americani gli abbiamo dato cinquanta
milioni di dollari per combattere i russi ed ecco il bel
risultato.
L’Iraq, perché il mondo non troverà pace finchè Saddam non sarà
cancellato (questa mi sembra di averla già detta).
Il Libano perché uno dei terroristi era libanese.
L’Egitto, perché uno dei nostri infiltrati, il maggiore Jeff, era
un marine egiziano passato alla Cia poi a Bin e poi adesso
rientrato alla Cia, un eroe della flessibilità lavorativa.
Lo Yemen, perché c’è la villa dei Laden.
La Costa Azzurra, specialmente Saint Tropezbad, dove ci sono
molte ville dei Laden.
L’Arabia Saudita dove è nato mr. Bin Laden.
La Siria, perché in una foto scattata da un nostro aereo spia
abbiamo visto in un suk di Damasco un uomo con un barba assai
simile a quella di Laden.
L’Algeria, perché in una foto scattata da un nostro satellite
abbiano visto un uomo che si faceva tagliare la barba in modo
sospetto da un barbiere di Orano.
La Libia, perché Gheddafi parla troppo.
Il Marocco, perché il suo silenzio ci innervosisce.
La Palestina perché se non la bombardassimo noi la bombarderebbe
Israele e questo potrebbe aggravare il conflitto mediorientale.
Il Vietnam perché vogliamo pareggiare.
L’Indonesia perché è il paese con più musulmani al mondo e poi un
mio collega dice che ci si mangia benissimo.
La Cina, perché Bin Laden ci andrà sicuramente e non ci andrà lo
paracaduteremo noi.
La Cecenia, perché in un covo abbiamo trovato un manuale di guida
per aerei.
La Norvegia, perché in un hangar abbiamo trovato un sacco di
aerei.
Il Pakistan, perché ci appoggia per metà.
L’India, perché ha l’atomica.
L’Uzbekistan il Tagikistan e il Turkmenistan perche tutti i paese
che finiscono con stan ci stan sui coglioni.
Il Russistan il Bielorussistan l’Ucrainistan e il Cubastan.
L’Iran perché se non li attaccassimo sembrerebbero nostri alleati
e potrebbero subire rappresaglie dai talebani.
La Nigeria e il Sudan perché come dicono giustamente i no global,
non è giusto dimenticarsi sempre dell’Africa.
Il Canada che ha ospitato i terroristi.
Il Messico che ha ospitato i terroristi.
Il Cile perchè lì ho tanti i ricordi.
Il Guatemala idem.
San Salvador idem.
La Serbia, manco a dirlo.
Cipro e Panama, che riciclano i soldi di Bin Laden.
Le isole Cayman che riciclano i soldi di Bin Laden e anche di
qualcun altro.
La Francia, che è infestata dagli algerini.
La Svezia, zeppa di turchi.
La Sardegna, soprattutto la zona di Arbus i cui abitanti vengono
chiamati maureddinos.
La Sicilia, troppo vicina agli arabi per non essere complice.
Il Vaticano dove c’è il polacco pacifista.
L’Italia perché dopo che avremo bombardato il Vaticano, voglio
vedere se sarete tanto vigliacchi da non reagire.
La Spagna, specialmente l’Alhambra.
L’Inghilterra perché Blair ci ruba la scena.
Tutti gli Stati Usa contrari a un intervento nucleare, quelli che
hanno votato Gore e quelli i cui cittadini comprano meno armi.
New York, che non ci ha mai amato.
L’Australia perché possiamo contare sul fattore sorpresa.
Questo per il primo anno, poi vedremo. Ed è inutile che diciate:
questa guerra è la prova del fallimento della new intelligence
mondiale. Intanto sia noi che i terroristi abbiamo raggiunto un
bell’obbiettivo: sequestrare i media e far dimenticare tutte le
altre ingiustizie del mondo. Ci hanno detto che una apposita
commissione Onu deciderà come chiamare l’intervento: Guerra
non convenzionale, Guerra atipica asimmetrica, Operazione di
polizia internazionale, oppure La Madre di tutti gli
Esorcismi, o Piano di igiene mondiale, oppure
Operazione Pulci sul Cane. Ma non illudetevi anche se
non ci sono nazioni contrapposte e le forze sembrano squilibrate,
sia noi che i terroristi vogliamo la guerra, una vera guerra.
E la guerra del duemila, rispetto ai vecchi modelli bellici, ha
un sacco di optional in più. Una volta avviata, è cento volte più
distruttiva, e non può essere né graduata né circoscritta.
Fidatevi di noi.