laRepubblica 4 aprile 2020 Ogni solitudine contiene Tutte le solitudini passate Il signor Eremio viveva…
Italiani un popolo di anfibi e moschettieri
Le medaglie azzurre mettono a dura prova il patriottismo italico e la propaganda
politica. Dopo la vittoria nella rana di Fioravanti, la parola d’ordine è
«italiani popolo di nuotatori, viva il mare abbasso il suolo». Viva la
tradizione di Venezia, Amalfi e Lignano Sabbiadoro. Un’indagine Doxa rivela che
il 93% degli italiani fa la doccia senza salvagente. Siamo gli anfibi d’Europa.
La Gazzetta titola «tritoni, fateci sognare». Ciampi rivela a
sorpresa: io so nuotare. Amato mostra una foto in cui galleggia tra i delfini,
Rutelli risponde con un crawl nel Tevere tra le pantegane. Silvio e Fini si
fanno ritrarre sulle scalette dei loro yacht, Bossi mentre fa il massaggio
idroterapico in una vasca di polenta, le bolle sono sue.
Ma improvvisamente arriva l’oro della scherma. La parola d’ordine diventa:
«tutti in pedana, siamo un popolo di spadaccini». Viva i capitani di
ventura, viva il Corsaro nero. Un’indagine Doxa rivela che almeno il 92% degli
italiani da piccolo si è vestito da Zorro. La Gazzetta titola
«moschettieri fateci sognare». Amato e Rutelli si sfidano a duello a
Villa Borghese con due spade di Star Wars. Berlusconi si incazza perché
nessuno del Milan gli ha mai segnalato questo Cyrano che gioca nel Bergerac.
Altro colpo di scena: un napoletano vince la medaglia nel judo. La nuova parola
d’ordine è «italiani, la furia che viene dall’oriente».
L’Italia viene definita il Giappone d’Europa.
Un’indagine Doxa rivela che il 91% dei nostri connazionali almeno una volta a
scuola ha fatto lo sgambetto a un compagno. La Gazzetta intitola «samurai,
fateci sognare». Amato si fa ritrarre mentre con un colpo di karatè
spacca in due un Tiramisù. Rutelli si fa fotografare in kimono da geisha.
Silvio e Fini lanciano la moda della baionetta-fermacravatta. Bossi sostiene che
Maddaloni è un cognome di origine celtica. In quel momento giunge la
terribile notizia: potrebbe venire una medaglia dal calcio. Tutto come
prima?
Si era detto che lo spirito olimpico avrebbe pervaso anche la campagna
elettorale. Ma ci duole segnalare un fatto contrario a ogni regola di leale
propaganda. Qualcuno, evidentemente vicino all’Ulivo, ha tappezzato tutta Italia
di scorrettissimi manifesti. Essi recano la scritta: «Un impegno preciso.
Città più sicure». Sullo sfondo, la gigantografia di un uomo
vestito di nero, gli occhi allucinati truccati col rimmel, il viso intriso di
cerone, un sorriso da maniaco, lo sguardo segnato dal vizio e
dall’emarginazione. E’ facile riconoscere in questo figuro «Fardman»
Berlusconi, l’unto da Dio e dal Visagista, il pericolo numero uno per la
sicurezza delle città italiane. Appartenente al famigerato clan arcorese,
è noto come spacciatore di pericolose droghe catodiche, millantatore di
posti di lavoro e loggista inveterato. Un incallito asociale che entra e esce
dalle aule giudiziarie lanciando i suoi anatemi contro i giudici, un ambiguo
votofilo dedito a ogni accoppiamento politico. Anche se è vero che
nessuna città sarà sicura finché uomini simili, a piedi o
in elicottero, infesteranno le sue strade, ebbene non è leale
approfittare di questo mascherone ghignante per guadagnare consensi. L’Ulivo
trovi il responsabile di questi ignominiosi manifesti e li ritiri, anche
perché spaventano i bambini, suscitano un pericoloso clima di
intolleranza contro gli extramiliardari e aumentano il clima di insicurezza e
violenza delle città.
Viva polemica ha destato l’apparizione nel villaggio olimpico del pugilatore
australiano Kean Garoo. Dopo i nuotatori coi piedi palmati, le nuotatrici
Maciste, i pesisti siliconati e le marciatrici col sangue mischiato a gasolio,
quest’atleta è sicuramente il più sospetto di tutti. Oltre al viso
assai particolare e al fatto che non parla mai, stupisce la lunghezza dei suoi
piedi e soprattutto, la gobba sulla schiena che, per alcuni, sembra nascondere
una lunga coda. Inoltre tutti hanno notato che, dopo l’allenamento, Kean Garoo
non prende mai il pulmino con gli altri atleti, ma torna in albergo con grandi
balzi. Ultimo inquietante particolare, non porta mai con sé né
borse né zaino.
Il senatore Bossi ha reso noto che nel 2004 la Padania parteciperà
autonomamente ai giochi Olimpici. I concorrenti padani non potranno però
affrontare atleti negri, né atleti islamici, né atleti gay o
quantomeno effeminati. Inoltre non potranno partecipare a gare a cui siano
iscritti atleti la cui paternità non sia certa e che siano nati sotto il
parallelo di Piacenza. Per quest’anno, l’unica gara che vedrà
sicuramente una partecipazione padana, è il campionato di rotolamento
tronchi della Baviera. Gli atleti olimpici padani hanno però pronta
un’elegante divisa. Gli uomini, una tuta verde con mutande imbottite di ovatta,
le donne tailleur verde con grembiule e mestolo, per ricordare che un’atleta
deve saper anche fare le cose di casa. Il senatore Bossi ha poi chiesto
l’assegnazione dei Giochi 2004 a Treviso. Alla domanda se gli impianti saranno
sufficienti, ha risposto che il Veneto ha i migliori odontotecnici di Europa. E
ha concluso: «La candidatura di Atene è stata un complotto dei
comunisti, dei massoni e di quel frocio di Socrate».
Il ministro dello Sport e della Cultura Giovanna Melandri ha consolato la
pesista Giganti dicendole che non era colpa sua se come atleta non era riuscita
a vincere niente. La pesista Giganti a sua volta ha consolato il ministro
Melandri dicendole che non era colpa sua se come ministro non aveva combinato
niente. Una stretta di mano ha concluso l’incontro.
Sono iniziati alla periferia di Reggio i primi Giochi Olimpici di Sopravvivenza.
Nelle prime gare, due vittorie italiane. Il pensionato ottantenne Aldo Caramella
ha vinto i Cento metri con Smog percorrendo la distanza da casa al bar in tre
minuti e tre secondi, con un solo attacco d’asma e sedici sputi. La casalinga
Zuleika Galbiati ha vinto i Diecimila e Basta, comprando con le sole diecimila
lire rimaste della pensione tre carrelli di supermarket pieni di merce. La
Galbiati, detta «lo Zatopek dello sconto», è stata però
trovata positiva all’esame antidoping. Le è stato rilevato nelle urine un
tasso anomalo di salmone, sostanza proibita ai pensionati. Al suo posto,
è stata premiata Linda Lovelacci, famosa per le sue omelettes al kitkat.
I vincitori hanno scambiato la medaglia d’oro con un litro di benzina.
Ultimi clamorosi sviluppi del caso Kean Garoo. A tarda sera si è svolta
una conferenza stampa in cui l’allenatore australiano Darix ha respinto tutte le
accuse sulla presunta stranezza genetica di Garoo. L’allenatore ha spiegato che
Garoo non parla perché è molto riservato, ed è gobbo fin
dalla nascita. Ma a metà conferenza, sotto la tuta di Garoo si sono
notati strani movimenti e all’improvviso sono schizzati fuori due cangurini,
strillando «mamma, mamma voglio il gelato». Ed ecco la toccante
verità: Garoo è una cangura di sette anni che ha deciso di
battersi sul ring per mantenere la sua numerosa famiglia, cinquantadue piccoli
marsupiali. Garoo è stata naturalmente squalificata, ma i giornalisti,
commossi, hanno avviato una colletta raccogliendo la strabiliante somma di
settantamila dollari, anche perché chi non tirava fuori i soldi, veniva
preso a pestoni e codate dall’animale. Dopo Garoo, si indaga anche sul saltatore
in alto cinese Wang Niao, la cui grande elevazione ha insospettito tutti. Gli
altri concorrenti hanno infatti notato che, ad ogni salto, Wang perde alcune
piume, e durante la rincorsa ingoia gli insetti che gli capitano a tiro. La
commissione antidoping e la Lipu hanno aperto un’inchiesta.