Era una bella giornata di primavera. Il nevischio mummificava le rondini e raffiche ai duecento…
La parola all’esperto
Abbiamo intervistato il generale Pacifico Bonocore.
Dei 26 mila generali ed esperti strategici che non sapevamo di avere, e che
hanno invaso la televisione, Bonocore è il più riservato. Vive in
un bunker alla periferia di Lodi con la moglie e 124 mila soldatini di piombo.
E’ considerato il più grande esperto mondiale di armamenti dopo
Giancarlo Parretti. Ecco cosa ci ha detto:
«E’ ribadito ormai da tutti che l’obiettivo strategico di
questa guerra è quello di salvare vite umane. Su questo punto sono tutti
d’accordo, a cominciare da Saddam Hussein che infatti si è chiuso
in un bunker costruito dai belgi e pensa a salvare soprattutto la sua. Ma questo
obiettivo è ad alto profilo di difficoltà. Anche se ogni giorno
migliaia di bombe e missili vengono lanciati a scopo umanitario, la guerra
sembra non trovare sbocchi. L’attacco obliterante e annichilente della
prima notte non è bastato. L’ottimismo che aveva fatto salire le
Borse e stappare le bottiglie al Pentagono si è smorzato. Da una fase di
“air superiority” si è passati a una di “technical
supremacy”, poi al “war equilibrium” e ora gli Usa si trovano
nella fase strategica cosidetta “nowkaz wedo” (e adesso che cazzo
facciamo?). Io credo che esistano ancora in Iran dieci o diecimila rampe di
stupidi missili Scud, ciò è militarmente ipotizzabile, a meno che
Saddam non possieda delle grosse fionde. Credo anche possibile che gli alleati
abbiano bombardato finti aerei di gomma, e forse i rimbalzi avrebbero dovuto
insospettirli. Un reporter della Cnn mi riferiva che, nella notte del primo
attacco, circolavano per Bagdad duemila curdi con baffi finti, tutte copie
perfette di Saddam per ingannare i radar. Per quanto sia difficile avere cifre
precise in questa precisissima guerra, ritengo assurde le cifre degli iracheni,
secondo i quali la loro contraerea ha abbattuto nei cieli di Bagdad 130 aerei e
cinque navi alleate. Le nostre navi infatti in quel momento non si trovavano a
Bagdad. In quanto alle vittime civili, penso che alla fine potremo accordarci su
una cifra forfettaria. L’unica cifra sicura è che i mercanti
d’armi stanno guadagnando un miliardo al secondo.
Ci troviamo ora alla fine della fase “high tech”. Sono state usate
armi sofisticatissime, quasi dandy, capaci di infilare un laser dentro un camino
senza fare vittime. Lei può chiedermi: e se c’erano degli uomini
sotto il camino? Strategicamente, le rispondo son cazzi loro. Ma Saddam possiede
un enorme quantitativo di armi nascoste, che evidentemente ha comprato al
Postalmarket, perché in questi giorni nessuno ammette di avergli venduto
neanche un cacciavite. Perciò dopo questa fase tecno-chirurgica si
è passati alla fase di bombardamento “down-and-hope” (sgancia
e spera). In questa fase si salvano molte vite, perché le nuvole e Saddam
nascondono i morti, e in guerra vale la regola «morto che non si vede, non
ci si crede». Ma anche questa fase si prospetta lunga, e piena di
incognite.
Anzitutto Israele. Chi si aspettava che fosse attaccato? Saddam è un
uomo imprevedibile. Chi si aspettava che un uomo che ha gasato i curdi e il
Kuwait, che ammazza con le sue mani gli oppositori e ha avuto rapporti
sessuali con cocker, non rispettasse la convenzione di Ginevra? Sa
quest’uomo che corre il rischio di essere processato dalla magistratura
italiana, ben più rapida di un Patriot?
Poi c’è il problema della tenuta psicologica degli alleati. Non
parlo di Israele, che sta tenendo i nervi ben saldi, né della Siria o di
Gheddafi, che sembra diventato Cavour. Parlo degli italiani, che hanno perso la
testa: l’incitamento alla Guerra Santa di Saddam sembra aver fatto
effetto soprattutto su di loro, e temiamo che i vari Ferrara, Vespa, Intini,
Bocca, Fede e Bevilacqua possano attaccare da un momento all’altro un
ristorante tunisino.
Per finire, so che le iniziative di pace si susseguono a ritmo incessante:
l’ultima è il gesto di De Michelis che a Ginevra ha invitato a
ballare la moglie di Saddam. E’ un gesto significativo ma fortunatamen…
volevo dire purtroppo isolato. Per questo, anche se mi duole dirlo, una sola
è la decisione da prendere. Le Borse vacillano. Presto i Patriot
finiranno perché è di oggi la notizia che Berlusconi ne ha
comprati mille per sostituire i dobermann della sua villa. I soldati iracheni
sono alla fame, ma Saddam ha formaggi francesi per mesi ed è in forma
splendida. Ieri alla tivù irachena ha battuto a boxe sei piloti alleati
con le mani legate (le loro, non le sue).
Ci resta solo l’atomica. Essa è il solo, inevitabile, legittimo,
necessario, rapido indolore mezzo per risolvere questa missione umanitaria.
Risparmierà crudeli corpo a corpo. I reporter della Cnn riusciranno
certamente a filmarla, ma non a commentarne gli effetti. Ci vuole e subito. Ogni
altra soluzione politica, o esitazione disfattista, si pone oggettivamente a
fianco di Saddam. E adesso lasciatemi lavorare e tornate tutti nelle vostre
camerate».