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Le verità sulla guerra del generale “Fox”

Prima conferenza americana agli alleati, giugno 1999.

Sono il colonnello John “Bulldog” Lier del Pentagono e devo il
soprannome alla mia assoluta sincerità e lealtà. In virtù
di queste doti sono stato scelto per parlarvi sulle operazioni in Serbia, appena
terminate. Avevamo promesso all’opinione pubblica che, passata l’emergenza,
avremmo chiarito tutto senza segreti militari, e lo faremo senza esitazioni.
L’intervento umanitario della Nato è stato un successo. La pace regna in
Kosovo e non si sente più sparare. Nei comodi campi di accoglienza, serbi
e kosovari attendono di fare ritorno in patria. Milosevic è vinto,
distrutto e ridotto in miseria. I morti ammontano a poche decine. Abbiamo
attaccato con successo obbiettivi militari e paramilitari quali fabbriche
chimiche, senza danni eccessivi a civili. Abbiamo sganciato in Adriatico non
più di una decina di bombe, tutte innocue, anzi, il fortunato pescatore
che le trovasse può dipingerle e farne un simpatico souvenir. I nostri
proiettili non contengono uranio impoverito né sostanze radioattive e
sono realizzati con prodotti non testati su animali.
I nostri aerei invisibili sono tutti rientrati alla base, rivelandosi armi di
avveniristica efficacia. I soldi per gli aiuti umanitari verrano gestiti con la
massima cura, il progetto Arcobaleno verrà sostenuto e controllato da
istituzioni e televisioni: offrite con generosità, vogliamo sentire
crepitare le carte di credito. Non abbiamo intenzione di stabilire basi
americane né in Kosovo né in Serbia.
Di tutto questo abbiamo informato, giorno per giorno e dettagliatamente il
vostro leader D’Alema, un vero gigante al nostro fianco. Se gli va male in
Italia, per lui è già pronto un posto di sindaco in Lousiana.
L’economia americana compirà un generoso sforzo per ripristinare il
nostro potenziale bellico. Siamo a disposizione degli alleati paisà per
ogni chiarimento sull’intervento umanitario appena effettuato, nonché su
Ustica, sulla funivia del Cermis e sul ruolo della Cia in Italia negli anni 60.
Viva il libero rapporto di collaborazione e fiducia tra Usa e Italia, viva il
Papa e il presidente Clinton, che Dio ce lo conservi.

Seconda conferenza, gennaio 2000.

Sono il generale John “Fox” Lier del Pentagono, e devo il mio nome
all’astuzia e alla diplomazia che ho sempre dimostrato in missione. Per questo
sono autorizzato a parlare della guerra di qualche mese fa. Avevamo promesso che
passata l’emergenza avremmo discusso senza reticenze, ma come dice il vostro
grande stratega, colonnello Fabio Capello, è ancora presto per i bilanci.
Bisogna procedere con cautela, senza pressioni di stampa e opinione pubblica.
L’attacco americano è stato un completo successo. Ci sono ancora
scaramucce tra kosovari e serbi, con qualche occasionale morto, ma le forze di
pace Onu sono lì per questo. I serbi non vogliono lasciare i campi di
accoglienza perché ci stanno troppo bene, mentre gli albanesi hanno
scoperto come è bello vivere nel vostro meraviglioso paese, e lo
raggiungono con ogni mezzo.
Milosevic si trascina come un pugile suonato alla ricerca di un’impossibile
rivincita. I morti sono stati qualcuno più del previsto. Alcuni degli
obiettivi non erano in effetti fabbriche chimiche ma gelaterie, e questo
dimostra quanto sono adulterati i cibi nei paesi comunisti. Abbiamo bombardato
qualche scuola ma ci risulta che in molte di esse le classi fossero
sovraffollate.
Nell’Adriatico ci sono soltanto duemila bombe americane. Basta tirarle su con
cautela e non metterle nel brodetto. Sono segnalati rari casi di mutazione
genetica, come seppie che invece di inchiostro schizzano napalm. I nostri
proiettili contenevano appena un pizzico di uranio impoverito e indigente, che
può tutt’al più causare un leggero bruciore agli occhi. Basta che
i vostri soldati portino un fazzoletto sulla bocca.
Abbiamo perso due aerei invisibili e stiamo indagando per capire come mai sono
stati visti e intercettati. I soldi per gli aiuti umanitari, per un disguido
postale, sono andati smarriti, mentre i container della missione Arcobaleno sono
stati equamente divisi tra mafia kosovara, mafia serba, ‘ndrangheta e funzionari
italiani, più un modesto sei per cento a me. Ma alla fine tutto
verrà regolarmente distribuito alle popolazioni. Se qualcuno vuole
comprare dieci quintali di calzini, ho il camion qui fuori. Continuate a offrire
fiduciosamente. Stiamo costruendo un McDonald’s a Pristina, con duecento aerei
per le consegne a domicilio. Di tutto questo volevamo informare il nostro amico
D’Alerna (o D’Alesia, non ricordo come si chiama), ma ci hanno detto che ha
cambiato lavoro. Per lui c’è pronto un posto di pizzaiolo a Brooklyn.
L’economia americana è in pieno rilancio e sta reintegrando le scorte di
armamenti. Siamo pronti a fornire ogni tipo di chiarimento al nuovo alleato
Amato: sappiamo che sa spiegarsi perfettamente in inglese mentre è del
tutto incomprensibile in italiano.
Anche se non possiamo infrangere il top secret, proveremo a chiedere a qualcuno
della Cia se ricorda cosa è successo negli anni 60 e 70 in Italia, ma
sono tutti molto vecchi e confondono date e particolari. Viva l’umiltà e
il sereno ruolo di spalla che l’Italia ha nella Nato. Viva Clinton e il suo
successore, che la nostra democrazia eleggerà tra breve, mentre da voi
c’è uno che dice di aver già vinto .

Terza conferenza, gennaio 2001.

Sono il segretario alla difesa John “Snake” Lier, così chiamato
per la mia viscida sfuggevolezza. Mi hanno incaricato di fare il punto sulla
vecchia guerra in Serbia. Vi avevamo promesso che, passata l’emergenza, avremmo
fatto un’analisi seria e dettagliata di ciò che è accaduto ma poi
abbiamo pensato: da quando in qua un grande paese come gli Usa deve rendere
conto a un microbo come l’alleato italiano? Abbiamo fatto un culo così ai
comunisti e a tutta l’Europa. Kosovari e serbi continuano a spararsi addosso ma
a noi sinceramente non frega più niente. I serbi hanno paura di tornare
in Kosovo e sono inchiodati nei campi, mentre i kosovari vengono da voi che non
ne volete più sapere. Milosevic è grasso e in salute, e ha un
sacco di soldi nella banche europee e americane. I morti sono stati molti, anche
tra i civili, e allora? L’Adriatico è farcito di bombe d’aereo, adesso
tocca a voi a tirarle su, tra i diritti di guerra Usa, secondo il trattato di
Trash, c’è anche il diritto di usare gli alleati come pattumiera.
Attenti agli spiedini di scampi, potrebbero essere usati come mitragliatrici.
Non siamo tenuti a dirvi cosa mettiamo nei nostri proiettili, è una
ricetta segreta come la Coca-Cola. L’uranio impoverito non provoca effetti
collaterali, se non rari casi di tumore nei soldati con accertata
ipersensibilità al prodotto. Basta mettere un lenzuolo sopra i militari e
i civili contaminati. Abbiamo scoperto il segreto degli aerei invisibili. Sono
invisibili al nemico solo quando sono nascosti nell’hangar. Ora saranno un’arma
inarrestabile. Una bella fetta degli aiuti umanitari è stata sprecata e
depredata, e del progetto Arcobaleno non parla più nessuno. L’economia
bellica Usa marcia a pieno regime e non vediamo l’ora di usare tutte queste
belle armi nuove. Stiamo costruendo una base aerea in Albania. Di tutto questo
non abbiamo informato né D’Alema né D’Amato, né
Dell’Utri.
Abbiamo anche appurato con certezza che negli anni 60 la Cia non esisteva e
quindi non può aver fatto niente in Italia. Per finire, questa è
l’ultima conferenza e da domani torna in vigore il segreto militare. Viva
l’ordine Usa e gli alleati che tengono la bocca chiusa. Viva Bush, anche se ci
abbiamo messo un po’ di tempo a eleggerlo. Ma come la storia insegna, noi
americani ci mettiamo molto a nominare i presidenti, ma pochissimo a
eliminarli.
E ora vi lascio perché devo presenziare alla mia centesima esecuzione
capitale. Dio salvi l’America dai terroristi: chissà da chi hanno
imparato il disprezzo della vita umana.

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