“Ho venduto a diecimila euro le mie vecchie catene da neve, quindi parteciperò alla sottoscrizione”
Legittimo sospetto
Cara metà Italia, il vostro tirannello miserabile non è felice. La
strada verso l’Eternità della Storia è lastricata di dubbi,
interim e sospetti. Cosa mi serve avere cinquanta ville sparse in Italia se non
posso permettermi nemmeno una vacanza, assediato dai nemici e dai traditori? Ad
esempio, in quanto ministro degli Esteri, sono in grande difficoltà. Il
mio amico Bush è diventato improvvisamente freddo con me, mi ha escluso
dall’attacco all’Iraq, vota leggi forcaiole sul falso in bilancio e
non mi ha nemmeno ringraziato per l’orologio d’oro da mezzo miliardo
che gli ho regalato. Su consiglio di Letta, gli ho spedito un pacco-regalo
sobrio ed elegante. Contiene una cravatta di platino, con fiamma ossidrica per
fare il nodo. Poi un pezzetto del Cenacolo, un apostolo solo, tanto ce
n’è altri undici. Infine un video con le prove che Cofferati sta
costruendo l’atomica nella sede della Cgil. Le telecamere nascoste lo
inquadrano mentre in una trattoria scambia un sacchetto di uranio con
Bertinotti. Sono sicuro che non è cocaina perché sulla confezione
non c’è la marca da bollo governativa che abbiamo introdotto di
recente. Ho anche comunicato al mio adorato George che farò ambasciatore
in Usa l’armaiolo bresciano Beretta, ma non ho ricevuto risposta né
encomio. Ho il legittimo sospetto che questi scandali abbiano fatto diventare
Bush comunista: in queste condizioni devo assolutamente mantenere
l’interim degli esteri.
Poi c’è la legge Salvacesari-Salvasilvi. L’opposizione ha
ragione, forse abbiamo un po’ fretta di approvarla. Ma fuori dal cancello
di Arcore c’è un Tir con la scritta Previti International
Transport. E’ pieno di dossier, fatture e documenti contro di me, e
ogni dieci minuti suona il clacson.
Ho il legittimo sospetto che sia una cortese ma decisa forma di ricatto. Anche
Dell’Utri è terrorizzato. Ha trovato una testa di cavallo nella
macchina e il cavallo sul marciapiede con una multa nel culo. Mi ha detto che
è l’avvertimento mafioso più terribile. Per finire, tutte le
volte che Lunardi entra a Montecitorio, si vuota la tasche da manciate di
terriccio. Il diavolo sa dove sta scavando. Ho il legittimo sospetto che
dovrò fare altre leggi sul legittimo sospetto. Poi c’è
l’annoso problema di Ciampi. Si è offeso perché nelle
questure ho sostituito la sua foto con quella di Rivaldo. Inoltre gli ho tolto
dall’ufficio il ficus, la segretaria e la scrivania (tanto, per quello che
deve fare!). Ho il legittimo sospetto che dovrò accelerare i tempi del
mio sacrificio.
E come se non bastasse, presto torneranno i Savoia. Un esercito di paparazzi sta
per innestare milioni di baionette di teleobiettivi. La famiglia reale
occuperà il cinquanta per cento dei miei palinsesti, e ho il legittimo
sospetto che potrebbero essere dei concorrenti pericolosi. Farò approvare
una legge che in Italia è abolita la Monarchia sopra il metro e
settanta.
L’ordine pubblico mi inquieta. Dopo gli spacciatori di cocaina che fanno
la spola davanti a Montecitorio, e il video con gli agenti che preparano la
molotov per la Caserma Diaz, stanno circolando altri filmati compromettenti. In
uno si vede Fini che sgrida La Russa perché sopra il costume da black
block si è messo un foulard di Saint Laurent. Su Internet
c’è addirittura un sito che spiega come suicidare gli esperti di
Internet che scoprono i segreti su Internet. Ho il legittimo sospetto che
qualcosa non vada nella polizia, forse è quel De Gennaro, o forse la
Pidue mi nasconde qualcosa, ma ho il legittimo sospetto che contro questi
filmati velenosi dovrò assumere l’interim del Comando Carabinieri e
forse del Festival di Venezia.
Poi c’è Superpartes Pera. Sta lavorando bene come presidente del
Senato, ma ieri gli si è staccato l’auricolare con cui siamo
collegati e si è messo a gridare: «Silvio cosa devo fare, Silvio
attendo istruzioni» proprio in mezzo a palazzo Madama. Uno spettacolo
indecoroso. E’ stanco e stressato, rifiuta l’Eukanuba e non gioca
più con l’osso di gomma. Dovrò sobbarcarmi anche
l’interim della presidenza del Senato.
Ormai ne sono sicuro: Il Senato e la Camera rallentano le mie riforme. Ho il
legittimo sospetto che tra gli onorevoli recentemente eletti ci siano parecchi
comunisti. L’ho chiesto all’onorevole D’Alema, ma lui ha fatto
una faccia strana ed è scappato. Ci vuole una riforma del parlamento,
specialmente riguardo al ruolo dell’opposizione. Non è
obbligatorio, ad esempio, che stia sempre dentro Montecitorio, potrebbe avere
una sede separata. Ho il legittimo sospetto che ci voglia uno snellimento. Sto
studiando con attenzione Toqueville, Messeguè e Dumini.
Il Nord mi ha deluso, ha preso a
votarmi contro. Ma quello che mi fa più arrabbiare è il Sud. Ora
sbraitano che non vogliono più il ponte di Messina, ma acquedotti e
ferrovie. E io cosa inauguro, un rubinetto? Ho il legittimo sospetto che stiano
diventando tutti isolano-bolscevichi. Ho deciso di prendere l’interim
della Regione Sicilia, e di trasferire lì le mie ville sarde. Lunardi ha
detto che con seicento miliardi di euro e un tunnel sottomarino si può fare
e che sarà un’opera grande e utile al Paese. (Paese è
la sua ultima ditta, Perforazione Autostrade E Scavi Europei).
Per finire, mi ha telefonato Licio Gelli. Ha detto che questa legge
Salvasilvi-Salvacesari è ottima anche come Salvalici, e lui è
pronto a usarla per tornare in Italia a darmi una mano. Ho sentito un coro di
clacson e adesso, fuori dal cancello di Arcore, vicino al camion di Previti, ci
sono tre nuovi Tir coperti da un telo nero. Ho il legittimo sospetto che Licio
potrebbe essere un rivale molto temibile, e ho chiesto una riunione speciale
della Pidue. Sono preoccupato, sospettoso e stressato. Ho il legittimo sospetto
che, disprezzando metà degli italiani, vivendo di bugie e di ricatti e
chiamando riforme i miei interessi personali, sto tirando troppo la corda. Ho
paura che, se l’opposizione farà almeno metà del suo lavoro,
il mio regime prima o poi farà una brutta, bruttissima fine.
Perciò, tirando le somme, ho il legittimo sospetto che dovrei liberarmi
di quel Berlusconi. Sicuramente non è comunista, ma è un incapace,
un pataccaro, e sta rovinando ogni forma di convivenza civile nel paese. Ne
parlerò con il mio staff personale, il solo di cui mi fido, e cioè
il presidente del consiglio, il leader di Forza Italia, il ministro degli
Esteri, il padrone della Fininvest, il proprietario del Milan e un imprenditore
di Arcore che ha finanziato la mia campagna elettorale. E non dite che sono
pazzo e che sto perdendo colpi. E se mi rompete ancora le palle, prendo un
mitra, mi metto la bandana da Rambo e sgombero il parlamento a raffiche. E guai
a voi se parlate di regime.