Il Fatto quotidiano 30 agosto 2019 Ridere è un mistero. Ci sono circa duemila modi…
L’ELEZIONE di Stefano Benni (favola delle isole Wotàmi)
Makivoto e Tukivoti andarono sulla montagna a cercare il saggio Yosokivoto per farsi consigliare sulle imminenti elezioni nell’ingovernabile e selvaggia isola di Wotàmi.
Salendo la montagna incontrarono il dileggio degli Hionowoto, attraversarono la palude fetente dei Tappatilnasi, furono circondati da imbonitori, scambisti e stregoni, e udirono i canti di guerra dei feroci razzisti Iowototunò.
E ovunque si imbattevano nelle disperse tribù dei Quicerailpicì che si scannavano e litigavano.
Per strada incontrarono anche Sokinonvoto e Tiroildado. Finché giunsero alla grotta del saggio Yosokivoto e implorarono:
-O saggio, siamo pieni di dubbi. Come ci comporteremo alle prossime elezioni?
-È facile – disse Yosokivoto- Una volta avrei detto: avete una testa, usatela, nella vostra testa c’è tutto quello che vi serve. Ma i tempi sono cambiati e oggi vi dico: ho fondato un nuovo partito, votate il mio.
Makivoto, Tukivoti, Sokinonvoto e Tiroildado scesero dalla montagna e si addentrarono nella foresta delle nebbie e dei pappagalli urlanti, dove si fermarono a riflettere.
Ogni tanto, sotto la luna, Makivoto sospirava e diceva: “Noi siamo dei selvaggi ignoranti e confusi, per noi è difficile decidere. Ma laggiù verso occidente esistono paesi moderni abitati da popoli civili che possono scegliere in tutta libertà tra volti nuovi, progetti di sicura attuazione e idee chiaramente verificabili.
Là non si riciclano vecchi idoli e consunte beghe, ma si affrontano i temi con serenità e realismo, senza promettere e strillare. Non come qui da noi, dove dobbiamo pensare in mezzo alle grida dei pappagalli e ai riti tribali vecchi come il mondo. Là c’è la civiltà!
Amici, prendiamo la canoa e andiamo, ci accoglieranno con simpatia e ci insegneranno a votare.
-È meglio che dormi e ci pensi su- dissero i pappagalli.
E così fu.