Dopo il successo della Guida di New York (Panorama 941), abbiamo rintracciato anche una Guida…
Stavolta parla Eva
Mille volti di Eva, una trasmissione sulla donna nel cinema, è stata una delle proposte più interessanti di una magra stagione televisiva. Ne parliamo con Mariuccia Ciotta, che ha curato i testi, per parlare anche di un problema che sta venendo fuori con un certo rilievo sulla stampa: il ruolo della donna nella televisione.
«La trasmissione», dice Ciotta, «era, diciamo così, ambiziosa. Non soltanto uno spazietto in cui esporre in fretta poche rivendicazioni, ma una analisi critica che dimostrava la presenza costante della donna nella storia del cinema, e il suo continuo scontrarsi con le strutture maschili dello spettacolo. I critici si sono stupiti perché la trasmissione non sparava slogan ed era abbastanza documentata. Secondo molti di loro le donne non possono che improvvisarsi quando parlano di un tema non prettamente “femminile”. Questo può spiegare la difficoltà delle donne a usare il mezzo televisivo. A loro sono concessi gli spazi solo per i temi tradizionali dell’emancipazione: l’aborto, il corpo, i contraccezionali, in cui la donna è “l’esperta” di se stessa. Non appena si vuole parlare della politica, del potere, della cultura, e dimostrare come in tutti questi discorsi la donna sia stata cancellata dalla storia, si incontra resistenza da parte degli uomini. Perché potrebbe saltare il loro incasellamento critico, e soprattutto il loro linguaggio, che in questo caso è quello televisivo».
È cambiato o sta cambiando qualcosa?, le chiediamo. «Qualcosa, sì negli ultimi anni. Le donne che lavorano alla Rai si sono organizzate, o si stanno organizzando in gruppi. C’è la struttura che ha prodotto il programma, la struttura 5, che è sempre stata uno dei punti di riferimento. Tra pochi mesi dovrebbe tornare sugli schermi Si dice donna, trasmissione con équipe tutta femminile. Andrà in onda il sabato alle 18. L’edizione precedente, anche se aveva naturalmente tutti i limiti di una prima esperienza, ha fatto rilevare una grande partecipazione e coinvolgimento delle spettatrici».
Cosa si può dire dei personaggi televisivi femminili? «Quando si pensa alle donne in Tv, viene subito in mente la valletta, o la vedette. È un discorso molto difficile. Si dice, meglio Mina e la Carrà che la ballerina puramente decorativa che accompagna il cantante di successo. Ma il problema è un altro: quello dei testi, del cattivo gusto televisivo, di strutture maschili in cui gli uomini vogliono solo un’immagine della donna, sempre la stessa. Nel campo dell’informazione, poi, va proprio male. Ci sono molte giornaliste affermate nei giornali, quasi nessuna in televisione anche se ci sono alcune “esperte” nel senso che dicevo prima. Uno dei pochi spazi giornalistici per le donne è stato quello di l’Altra domenica ma, guarda caso, si trattava di uno spettacolo d’evasione. Poi, come hanno detto le donne durante una conferenza stampa sui programmi della rete due, è ben strano dare spazio a qualche tematica femminile per poi mandare in onda, sulla stessa rete, e in orario di grande ascolto, il Sesso forte».
Rosaria Polizzi è la regista di Mille volti di Eva. È del centro sperimentale e lavora ormai da dieci anni in Tv. «Non solo nella regia», dice, «ci sono problemi per le donne. Nei ruoli tecnici, come cameraman, suono o montaggio non c’è spazio. Si creano figure come “l’aiuto-montaggio” e in molti casi le donne non vengono neanche ammesse ai concorsi. È impossibile o quasi avere la regia di una trasmissione in orario di grande ascolto. Dentro l’azienda, poi, quando si tentano trasmissioni di questo tipo, i colleghi dicono che sono “parziali”, come se le loro non lo fossero».
Tilde Capomazza è la programmista che ha prodotto la trasmissione. «Sì», dice, «qualcosa è cambiato, ma con grande fatica. Nella quinta struttura lavorano 12 donne. Ma, tanto per dare un’idea della mentalità dei dirigenti Rai, la struttura è chiamata “programmi donne e bambini”».
Per finire, un’ex-valletta che ci ha detto: «Ci prendete in giro perché nelle trasmissioni qualche volta facciamo la figura di non voler essere troppo intelligenti. Ma i presentatori uomini, li avete sentiti e guardati bene?».