Era una bella giornata di primavera. Il nevischio mummificava le rondini e raffiche ai duecento…
Storia segreta della P2
La storia della loggia P2, questa misteriosa
piovra nata da un banchiere scozzese, una
spia americana e un materassaio di Arezzo,
può essere divisa in cinque parti.
La prima parte è roseo-mondana, chiamiamola
la fase del Gamberetto. La Pidue sembra inizialmente
un’azienda di public relation, una Tribuna VIP premondiale,
l’atto di nascita della
Nuova Cafoneria Organizzata. Ci sono sovrani
in esilio, finanzieri in protesto, maneggioni politici,
nobildonne e colonnelli. Gelli svolazza di festa
in festa, e Villa Wanda sembra lo spot televisivo
dell’ambasciatore boerodipendente. Il Venerabile
Licio riesce a farsi presentare a tutti, ma tutti,
ahimè, lo dimenticano. Invano racconta barzellette,
vanta amicizie americane, regala materassi
cellulari tascabili. Appena si apre l’inchiesta giudiziaria,
nessuno ricorderà di averlo conosciuto.
Berlusconi dice che sì, forse c’era qualcuno vicino
a lui nella fila per la sangrilla, Enrico Manca
giura di dormire senza materasso, il generale
Musumeci dice di «aver baciato qualcuno a villa
Wanda, ma al buio». Solo Costanzo è fregato
perché ha firmato l’intervista. Si pubblicano dossier
mondano-esoterici sui riti di iniziazione alla
loggia e si ricorda che Casanova era massone.
Ma subito irrompe la fase due, la Piovra. La P2
stende i suoi tentacoli sul novantasei per cento dei
delitti disponibili. Si va dal traffico d’armi all’elezione
di Reagan, dalla droga al ritorno dei Savoia,
dai giornali fino agli incendi boschivi e ai pidocchi
nei materassi Nato. La Piovra diventa bionica,
straripa. Gelli diventa l’uomo più pericoloso
d’Italia e forse del mondo. Non più Casanova,
bensi Cagliostro. Un’ondata di rivelazioni sconvolgenti
sta per abbattersi sul paese. Tutti minacciano
di aprire cassetti, borse, valigie, archivi e
casseforti, tutti promettono arresti e repulisti. Ma
questa ondata di saldi della verità non arriva.
Arriva invece la fase tre, quella dell’Insalata di
mare. La terribile Piovra diventa un polipetto di
quelli che agonizzano nelle insalate di mare surgelate.
Gli ospedali si riempiono. Coliche, infarti,
prostate che esplodono, choc anafilattici da caffè.
Schiatta Sindona, muore Santovito, febbricita
Pazienza, collassano decine e decine di militari.
La P2 appare all’improvviso come un branco di
vetusti coglioni che ripetono le cose tre volte senza capirsi:
«Come hai detto? Pompa o bomba?».
Musumeci e Belmonte girano per i treni con le
valigie-campionario di esplosivo, come i piazzisti.
Le famose amicizie americane da Gigliozzi, a Guarino,
a Colby, diventano di colpo dei simpatici paisà
mitomani. Per finire, Gelli evade con
tre capriole da un supercarcere svizzero e chiede
pietà perché e un povero vecchio. Lascia in giro
Piani di rinascita democratica, loda Andreotti e
Craxi, ricorda la massoneria di Garibaldi. È diventato
un agnellino.
Ed eccoci così alla fase quattro, la fase del kraken,
il calamarone fantasma. La P2 inizia a diventare
leggenda e a scomparire, liberata dal teorema
maligno che ce la faceva credere vera. Dietro
la strage di Ustica c’è una lite tra Bucarelli e
Amato al check-in, l’Italicus saltò per una lettera
anonima e la stazione di Bologna è esplosa per le
pressioni comuniste sul capostazione. Pazienza
arriva ai processi con scorta e berlina e mette sull’attenti
i carabinieri. Gelli chiede il risarcimento
danni.
Tutto sta per concludersi con grande
soddisfazione di quasi tutti, quando la Rai apre
la quinta fase, Piovra due. Prima di Piovra
due la Rai è in condizioni pietose. Il direttore Pasquarelli,
l’unico in Italia che ha scopato meno di
Formigoni, non sa neanche quanto gli costano i
programmi. Enrico Manca vaga da un Premio
all’altro rilasciando dichiarazioni ad alto tasso
etilico. Sodano inventa la trasgressione lussuosa,
mettendosi un orecchino a un coglione. Guglielmi
dopo gli sfracelli iniziali scompare ed è l’unico
che “Chi l’ha visto?” si guarda bene dal ricercare.
Ed ecco arrivare Nuccio Fava. Fava è un giornalista
così lottizzato che gli trattengono dallo stipendio
le telefonate di Forlani. Eppure gli scappa
in onda un servizio dove tale Brenneke sorprendentemente
rivela che la Cia dava soldi alla
P2 e ai nostri servizi segreti. Subito dopo Brenneke
becca il coccolone regolamentare. È nata
Piovra due.
Andreotti ne riferisce subito in Parlamento:
ma Andreotti è uno che confonde le acque quando
parla direttamente, figuriamoci quando riferisce.
In quanto ai servizi segreti italiani, sono gli
unici al mondo a non aver mai aperto un cassetto,
e a mostrare i «motivi di Stato» per cui da
anni deviano e coprono. Il loro rapporto con il
paese è ormai più o meno quello della criminalità
organizzata: tutto segreto e niente servizio. Perciò
il due agosto andremo in piazza con questo
bel pensiero: forse siamo l’unico paese al mondo
dove c’è stato un colpo di Stato e non ce ne
siamo accorti.