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Una maledetta domenica

Vi è forse successo, qualche domenica, di chiedere a un amico/a che progetti aveva, e sentirvi rispondere «penso che starò in casa a vedere un po’ di televisione». Alla parola «un po’» avrete certo tremato per lui. Voi sapete che, di questi tempi, l’unità di misura d’ascolto domenicale «un po’» corrisponde a circa undici ore e mezzo di trasmissione, intervalli per i pasti esclusi. Una marcialonga televisiva che sembra avviata a sostituire ogni attività pensante della penisola.

I dati ci dicono infatti che i prigionieri del video domenicale sono in aumento: sempre di più sono gli sventurati che, dopo aver detto «guardo un po’ di risultati», vengono raccolti dai familiari a mezzanotte stravolti di fumo, pali, gol alla moviola, rock, interviste e tortellini.

Erano partiti alle 11 sul primo canale con la santa messa, il santo Cavallina e poi lo striminzito Agricoltura domani, di cui molti agricoltori non sono contenti (ne parleremo presto). Intanto, sulla rete 2, c’è la predica di don Giuseppe Fiori, molto bravo e chiaro. Quindi partono L’altra domenica e Domenica in. La prima per i progressisti, sempre in difficile bilico tra cretineria ironica e cretineria effettiva, con concessioni e pubblicità all’industria dello spettacolo, ma anche qualche servizio originale e le critiche cinematografiche di Benigni.

La seconda, per moderati, non certo in difficile bilico, perché in quanto a cretineria Corrado è un grande talent-scout. In Domenica in c’è il leone che è scappato mentre l’Inter ha pareggiato, e tutta l’Italia in uno sforzo comune di creatività si è spremuta le meningi in un concorso Rai-tv ed è riuscita a trovargli un nome originale: Charlie. Chi ha detto che l’ingegno italiano è morto?

Segue Io e la befana (non possiamo dirne niente perché non l’abbiamo mai visto). Se ne va il pupazzo Sbirolino, pareggia l’Avellino, e arriva il cretino, cioè ecco a voi Pippo Baudo e i «Magnifici del cabaret 78», che con qualche eccezione fanno molto rimpiangere la generazione di cabaret degli anni Sessanta.

Intanto sulla rete 2 rugbisti e motocrossisti si mantecano coscienziosamente nel fango. Sulla rete 1 Valenti prende la linea a Corrado per risultati freschi, commenti a bruciapelo e interviste a caldo. Calciatori vengono estratti ancora insaponati dalle docce e sollevati di peso dai water, perché il pubblico deve sapere subito tutta la verità sugli scandali della domenica.

Giordano ha fatto gol con la mano? Era regolare il gol del Catanzaro? Come vi permettete! A Catanzaro è tutto regolare. Causio, cosa ha provato quando il leone è scappato e lei ha segnato? «Una gioia grande come… come… come». «Come non aveva mai provato!». «Ecco, proprio quella cosa lì». Avanti coi carri. Sulla rete 2 telefilm inglese Un uomo in casa dove ci sono due giovanotti che parlano sempre di calcio, di Everton e di Southampton, e guardano le partite alla Tv. Sembra un gioco di specchi: si ha paura di voltarsi e scoprire di essere chiusi in un video, con due giganteschi occhi che ci fissano da una gigantesca poltrona. Ma andiamo avanti.

Ecco la partita di serie B. Appena il tempo di respirare, e sulla rete 2 c’è Golflash, in cui rivediamo tutti i gol e gli inquirenti appurano che Giordano non ha segnato con la mano ma con l’avambraccio. Purtroppo non è arrivato in tempo il filmato del gol del Verona. Vergogna! Non veniteci poi a parlare di completezza dell’informazione! E subito sotto con la partitona di serie A. Intervallo pasto, un po’ di Tg. Ormai allo stremo, veniamo investiti da Disonora il posto e aggiungi un padre a tavola. Con le ultime forze affrontiamo la Domenica sportiva. Arivediamo arigiordano che arisegna con la mano. E il pugile jugoslavo Parlov, pesto e gonfio, dimagrire di dodici chili, mentre il cronista chiede alla moglie se era contenta mentre il marito andava k.o. E un altro assicura che Parlov ha un luminoso avvenire. Com’è lontano Jacopucci!

Il paron Rocco ricorda le sue liti col ducetto degli stadi Lo Bello, ora parlamentare dc. Il montepremi del Totocalcio, ultima speranza italiana, decolla verso i cinque miliardi. Alla moviola appaiono chiare le responsabilità di Potere Operaio in tutte le azioni da rigore. Finalmente sappiamo la verità e possiamo spegnere, contenti. Perché, in fondo, stupirsi di questa ritrovata unità del paese davanti al video domenicale? (Pur nelle divergenze e diversità di ideologie e canali).

Però è strano sentir dire: oggi ho trascorso un pomeriggio di evasione, dopo essere stati chiusi in casa, proprio come in galera.

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