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Una partita da sogno

Il grande giorno è venuto. Stasera, 10 ottobre 2004, ci
sarà lo scontro finale tra Israele e Palestina. Anni e anni di
storia dolorosa e di guerre stasera vanno incontro al suggello
finale. Domani, una sola delle nazioni resterà. L’attesa è
frenetica. Ad assistere a questa battaglia decisiva ci saranno
anche Sharon, Peres, Arafat e quelli di Hamas. «Non mancheremmo
per nulla al mondo» ha detto il nuovo leader di Hamas, Kanafani.
Non si sa ancora quale sarà la tattica seguita per questo
scontro. Il potenziale d’attacco di Israele è sicuramente
superiore, ma la Palestina ha molto rafforzato le linee
difensive. I nuovi condottieri dei due schieramenti non hanno
forse la grinta di Dayan e l’astuzia di Arafat, ma hanno
combattuto diverse battaglie in diversi luoghi del mondo e sono
preparati alla sfida. Si spera che tutto si svolga nel tempo
stabilito e non ci siano strascichi. Sarà meglio per tutti se
questo scontro finirà nel più breve tempo possibile e deciderà
una volta per tutte quale dei due paesi potrà continuare la sua
strada.
Mancheranno alcuni dei personaggi che hanno permesso questo
epilogo. Mancherà Osama bin Laden, fuggito a Detroit con tutto
quello che era rimasto del suo patrimonio. In una sua intervista
alla Cnn-Zaarafa ha dichiarato: «Abito qui perché l’America è
l’unico posto dove noi terroristi ci siamo preparati per anni
senza mai essere scoperti. Mi son tagliato la barba, non parlo
più a nome degli arabi che mi hanno scaricato e ho aperto un
distributore di benzina insieme a Saddam e al mullah Omar».
Mancherà George Bush, che dopo la fine della guerra non è più
riuscito a tornare alla normalità e passa il tempo a giocare a
risiko in una clinica californiana. Il nuovo presidente degli Usa
Woody Allen presenzierà allo scontro insieme al capo di Stato
Maggiore Kurt Vonnegut e al nuovo direttore della Cia Patch
Adams. I tre hanno dichiarato «noi ci saremo, adoriamo gli
scontri finali». Mancherà purtroppo l’osservatore più competente,
quello che aveva forse maggior esperienza di questi scontri.
Silvio Berlusconi, raggiunto dal centesimo avviso di garanzia
internazionale e nazionale, è fuggito alla isole Cayman, dopo
aver fatto approvare dal parlamento l’ultima legge, la legge
Benservito, quella che concede a ogni presidente del consiglio
che debba lasciare improvvisamente l’incarico dodici biglietti
d’aereo gratis. Mancherà Kissinger, costretto a massacranti turni
da pizzaiolo per poter restituire i soldi del Nobel. Sono
mancanze gravi, compensate dalla presenza, per la prima volta, di
due capi di stato donne, la presidentessa dell’Algeria e quella
dell’Afghanistan. «Questo tipo di scontro non è quello in cui
siamo esperte – hanno dichiarato – ma non vogliamo mancare».
E quindi, stasera tutti allo stadio di Gerusalemme per
Israele-Palestina, incontro di qualificazione finale per i
mondiali di calcio 2004. Nella Palestina, allenata da Scoglio,
viva attesa per Giabra e Darwish, il «Totti dell’Islam». Nella
nazionale israeliana, allenata da Mazzone, mancherà il difensore
Levcovitch ma rientreranno Ratzabi e Rosenberg. Arbitrerà il
ruandese Muha.
Una nota umanitaria: il ricavato della partita andrà in
beneficenza alla fondazione Silvestri, che si occupa delle
migliaia di esperti militari disoccupati da qualche anno.
Inoltre, al termine della partita ci sarà una festa che
accomunerà le due tifoserie. La Lockeed, dopo esser stata scalata
da una cordata De Cecco-Barilla-Voiello e aver riconvertito i
suoi impianti, offrirà una gigantesca spaghettata. Davvero questa
partita merita il suo appellativo: «Una partita da sogno». Per i
lettori del manifesto è previsto un charter che partirà
da Alghero. L’aereo avrebbe dovuto partire dall’aeroporto di
Linate soprannominato «il più sicuro del mondo», ma anche i sogni
hanno un limite.

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