Dopo il successo della Guida di New York (Panorama 941), abbiamo rintracciato anche una Guida…
Vai a cuccia, Lassie
Non so, tra i cosiddetti adulti e i bambini, chi guardi la Tv con più
spirito critico. Certo che i bambini guardano, pensano e, in questi ultimi
tempi, devono avere le idee molto confuse. C’erano una volta, alla Tv, la
fattoria di Lassie e Furia. Il clima era sereno e idilliaco. A turbarlo arrivava
solo, ogni tanto, il cattivo; ma il bravo cane (o cavallo, o cow-boy)
interveniva prontamente, e tutto andava a posto. Non contava il fatto che, per
mettere insieme la puntata, alla famiglia della fattoria dovesse capitare almeno
un grosso guaio alla settimana, cioè una quantità annuale di guai
quale a stento capita a duecento famiglie particolarmente sfortunate.
C’era, anzi, la certezza, che i guai fossero graditi, e che Lassie e Furia
e Rin-tin-tin fossero d’accordo con i malviventi, perché senza il
continuo stato di pericolo sarebbero rientrati nel ruolo degli animali normali,
cani da guardia, cavalli da tiro, e magari bistecche.
Era un mondo strano dove tutto andava a posto, i cattivi si pentivano, i poveri
trovavano lavoro, e non moriva mai nessuno. Tutto diverso da quello che si vede
nei telegiornali. Poi qualcosa deve essere cambiato. Con tanto di concorso del
Radiocorriere, sono arrivati nuovi eroi. Non solo King Kong o la
super-testa di cuoio Nembo Kid, ma soprattutto Atlas Ufo Robot, nuovo cartone
animato giapponese.
Anche qua c’è una fattoria, ma il clima è diverso. Non
c’è il cane astuto o il cavallo intelligente. Il
«buono» è un prodigio della tecnologia guerresca, un
gigantesco robot cornuto armato di ordigni come lame rotanti, raggi mortali,
siluri e missili, il quale si batte con tutte le peggiori schifezze meccaniche
dell’universo. Dischi volanti che si trasformano in draghi, pipistrelli,
in ragni, con braccia, denti, lame taglienti e gas venefici, insomma il miglior
campionario dell’industria malefica spaziale, magari con qualche
consulenza Roche e Montedison.
A suono di cazzotti magnetici ed esplosioni, il robot lotta contro le creature
mostruose del pianeta Vega, che vogliono invadere la terra. E intorno alla
trasmissione, il solito giro di dischi, poster, libri e giocattoli.
Non crediamo che Ufo Robot sconvolga i giovani spettatori: molti di loro devono
essere però un po’ sconcertati per questa invasione di nuovi eroi
meccanici, implacabili e super-armati. Evidentemente qualcosa è cambiato,
qualche favola che la Tv aveva raccontato non era vera, e ora bisognava trovare
qualcosa d’altro abbastanza spettacolare e più vicino alla
realtà. Perciò, quando hai bisogno di aiuto, non ti devi
più rivolgere all’amico cane astuto o cavallo sapiente o Sandokan
barbuto, ma a questa specie di fortezza ambulante, a questo super-cane da
guardia tecnologico, il cui imperativo «via più veloci della
luce!» prepara il «go!» dei giovani forzati da discoteca.
Cosa è successo al mondo finto di prima? Cosa non ha funzionato? Non si
può spiegare ai bambini solo con i cartoni animati, anche se farebbe un
bell’effetto vedere Nembo Kid che urla «via, più veloci delle
poste!» o «via, più veloci della ricostruzione del
Friuli!». E poi parte arrancando come un piccione piombato. Però,
se non crediamo più all’intelligenza dei grandi, e la riteniamo
meritevole di Settimo anno e Su e giù per le scale, almeno
diamo fiducia ai bambini, alla loro possibilità di sviluppare
un’intelligenza critica, non solo di diventare fan di questo o quel
personaggio.
Per ora, hanno forse la cameretta piena di magliette, poster e pupazzi, ma anche
la testa piena di confusione. La notte sognano un gigantesco Topo Gigio che
scala il grattacielo Pirelli tenendo in mano il Mago Zurlì e, malgrado le
pressanti richieste dei presenti, non lo butta giù. E se arriva un
orribile disco volante che li vuole rapire e portarli a cantare allo Zecchino
d’oro, non sanno chi devono chiamare. Furia, Ufo Robot o il 113?
Poveri loro, che capiscono già che, dietro le esplosioni finte e i mostri
tecnologici, c’è qualcosa che molto presto li riguarderà da
vicino. E povera Tv, che nel suo continuo assillo di trasformare la
realtà in mercato e spettacolo, deve cambiare per forza i suoi eroi, e
presto avrà bisogno di robot molto più grandi, con più
armi, e più feroci.